vista delle Brioni, l’apparecchio viene calato in mare e preso a rimorchio dal M.A.S. 95, sul quale prendono imbarco i Comandanti Ciano, Scapili e i due Ufficiali, che proseguono coi motori elettrici verso le ostruzioni di Pola. A 400 metri dalla diga il Comandante Ciano con voce rude, dalla quale traspare la intima commozione, ordina ai due Ufficiali : che tutto sia morto, che sole cose vive nella immensità e nel mistero sieno i riflettori del nemico. Alle ore 22.30 urtano contro la ostruzione e-sterna : sono tanti cilindri metallici vuoti, lunghi non più di tre metri, trattenuti ria grossi cavi di acciaio. A forza di braccia spingono l’apparecchio avanti, a motore fermo. Ma dopo un centinaio di metri si accorgono che non è possibile andare così, IL TENENTE MEDICO RAFFAELE FAOLUCC1 MEDAGLIA D’ORO DA FOTOGRAFIA PRESA A VENEZIA IL 30 OTTOBUE 1918 CHE, COME DICE L’ONOREVOLE, « DOVEVA ESSERE L’ULTIMA DELLA SUA VITA )) « È l’ora di gettarsi in acqua ». Sono le 22 precise. Il Comandante Scapili dice a loro : « L’Italia vi benedice per quello che fate per Lei, e non vi dimenticherà ». Rispondono: « Viva il Re » e lasciano la cima alla quale sono attraccati. Dopo pochi secondi il motoscafo è scomparso. II Tenente Paolucci è a prua dell’apparecchio, l’ingegnere a poppa; procedono piuttosto lentamente: la fosforescenza dell’acqua è straordinariamente viva. Intorno a loro e su di loro stanno l’ignoto e la notte, entrambi oscurissimi e silenziosi. Sembra e mettono a moto lentissimo l’apparecchio, finché non vedono l’ostruzione interrompersi. Entrano in questa interruzione, causata da l’affondamento di qualcuno di quei cilindri, e ricominciano il loro cammino. Distinguono nettamente la torretta di un sommergibile, che [»are si avanzi verso di loro, ma la massa oscura passa ad una cinquantina di metri e si allontana, scomparendo. Quando sono finalmente in vista della diga, credono necessario, dopo un breve consulto, che uno di loro vada avanti a nuoto ad ispezionare. Si tratta di vedere se i blocchi di cemento del- 441 —