Ararono di non esser venuti meno alle gloriose tradizioni del nostro popolo. In quei tristi giorni si ebbero atti di eroismo e di abnegazione cbe contribuirono a facilitare il compito in un momento in cui la delusione e il panico avrebbero potuto mutare in disastrosa una ritirata che invece fu una delle più gloriose imprese della nostra Marina da guerra. Capi e gregari tutti gareggiarono in zelo nel compimento del loro dovere, e si deve alla loro disperata energia, alla loro ferma volontà, allo spirito di sacrificio, se vennero salvate quasi tutte le artiglierie, compreso il munizionamento, ed ingentissime e preziose quantità di materiale bellico. I pontoni armati con cannoni di piccolo e medio calibro ripiegarono dallTsonzato e da Grado a Venezia per via dei canali interni, mentre quelli di grosso calibro, al Comando del T. di V. Traversi, comprese le Cannoniere al Comando dei T. di V. Gino Paoletti e Luigi Biancheri, per via di mare. Nonostante le condizioni del mare assai burrascose e l’imperversare del maltempo, i grossi pontoni semoventi, scortati dalla Squadriglia Torpediniere, al Comando del C. di C. Tista Scapili, raggiunsero Venezia sotto l’infuriare degli elementi ad eccezione del « Cappellini » e del « Padus ». (V. Parte VIP). Le Squadriglie dei CC. TT.«Animoso» ed «Orsini», che erano passate alla diretta dipendenza della Divisione Alto Adriatico al Comando del Contrammiraglio Mario Casanuova, eseguirono in un primo tempo delle crociere per la protezione ai monitori «Cappellini» e «Faa di Bruno» incagliati davanti a Caorle e per l’esplorazione avanzata sulla costa istriana, coadiuvate dalle Squadriglie dei CC. TT. «Carabiniere» ed «Audace» e da quelle delle siluranti al Comando del C. di V. Pignatti Morano. I sommergibili furono intensamente impiegati in agguati sulla costa avversaria, malgrado l’imper- VITA ni BORDO - In navigazione. Il T. ni V. Enrico Berghinz, Ufficiale in seconda del «Fuciliere» versare del cattivo tempo ed il crescente pericolo al quale andavano incontro [ter le mine alla deriva: così pure le torpediniere costiere, tormentate dalle avversità degli elementi, furono sempre in moto a seminare sbarramenti, ad esplorare, a sostenere raids aviatori. L’Aviazione Marittima fu particolarmente magnifica per l’audacia degli aviatori, l’efficacia del loro concorso ed il generoso olocausto che molti di essi fecero della loro vita in tale occasione. Gli agguati dèi M.A.S. furono intensificati, giacché, a causa degli avvenimenti derivanti dalla ritirata del fronte dallTsonzo al Piave, si poteva ritenere che navi nemiche ritornassero a Trieste per appoggiare l’Esercito austro-ungarico nell’avanzata già iniziata. Difatti, a mezzanotte, dal 29 al 30 Ottobre 1917, la «Wien» e la «Budapest», con due CC. TT. e quattro torpediniere, partirono da Pola e giunsero il mattino seguente a Trieste. LA RESISTENZA OPPOSTA DALLA NOSTRA MARINA SUL TAGLIAMENTO E SUL LEMENE Mentre la Brigata Marina, al Comando del Contrammiraglio Vittorio Molà, si riorganizzava a Venezia, l’ultimo nucleo delle nostre retroguardie costituito da alcuni M.A.S. e da gruppi armati con mitragliere e fucili al Comando del C. di C. Guido Po, in unione ai due M.A.S. giunti da Venezia condotti dai V. M. Procaccini e Manzutto, si trattenevano sul Basso Tagliamento, opponendo tenace resistenza, nell’estremo lembo verso il mare, fino al 3 di Novembre, epoca in cui questa linea di difesa dovette essere abbandonata. Il C. di V. Alfredo Dentice di Frasso, Comandante la Difesa di Grado, arrivato a Venezia all’alba del 30 Ottobre, dopo aver portato in salvo l’ultimo convoglio con a bordo gli ultimi cento uomini Il R. Cacciatorpediniere «Fuciliere» e il rimanente materiale bellico delle due Difese di