206 De munerc pastorali prov. SS. Redemptoris in Dalmatia dioecesi autem makarskensi undecim: Lokviciói, Poljica, Ra-scane, Vrdol, Krstatice, Dusina, Oraih et Prapratnice, Ravca et Kokoric, Rujnica et Desne, Vid et Dragovia, Struge et Otric.69 Conditionem juridicam hujusmodi paroeciarum regula-rium in sua archidioecesi optarne illustrav.it ipse archiepi-scopus Garagnin in supra memorata epistola de die 21 junii a. 1775, quam ob ejus specialem valorem hic ex parte exhi-bemus: »Fin dall’ anno scorso rassegnai al predecessore di V. E. nell’ incontro che d’ ordine dell’ eccell. senato mi interrogò sul primo punto, e delle ragioni per 'le quali in alcune parrocchie soggette a detta provincia sia sostituita 1’ ufficiatura de’ preti in cambio de’ regolari. Gli esposi allora, che a ciò si era devenuto non solo da me, ma anche dall’ immediato mio predecessore monsg. Dinariccio sulle replicate instanze fatteci... dai popoli ormai moltiplicati, e troppo distanti dal loro parroco e dala parrocchiale lor chiesa cosi pure che in tal caso la maggior parte di questi ci fù presentata dai guardiani dei conventi,, ed alcuni, ricredendo a ciò concorrere detti guardiani furono eletti da noi medesimi per così provvedere alla veramente somma necessita di quell’ anime ... spettando immediatamente al vescovo ... di assegnare ove trovasse necessario cooperatori in sollievo de’ soliti parrochi, da questi però dipendenti, e con debito a cooperatori medesimi di fissa residenza ne’ luoghi loro assegnati ... la ragione poi per cui in diversi luoghi di questa mia diocesi furono li preti secolari destinati cooperatori de’ frati parrochi, e non altri pure frati, come lo sono in altri luoghi della diocesi medesima, ella è la mancanza de’ stessi non solo, ma la scarsezza eziandio del reddito di quei tali luoghi, sufficiente per altro a mantenere li preti montani, benché ridotti anche questi dai guardiani, corame tutti gli altri, e cooperatori e parrochi frati, a contribuire al convento a proporzione del tenue lor reddito una qualche porzione del medesimo. E perche non si venisse a supporre, che colla moltiplicazione de’ detti cooperatori possa apportarvisi qualche nuovo aggravio ai popoli, non credo fuor di propo- 69 Ibidem, 128.