— 108 — debbono agire sulla terra, e colà ancóra si riassorbono verso un vertice. L’esempio tipico di tale tendenza avviene pure in Candia, la cui storia giuridica non è povera di documenti : gli uomini che sono a difesa del territorio non perdono infatti il vincolo che li lega al Comune, verso il quale essi sono attratti da un singolare moto di accentramento (1). 3. — Il sistema politico veneziano mai trasforma, anche nell’epoca tarda, in un assetto puramente feudale (necessario, del resto, quando non vi è, in relazione alla necessità di un lato dominio, una correlativa popolazione) il dominio della terra, perchè ogni forza feudale viene assorbita in un sistema direttivo prettamente e tipicamente comunale. Il feudo veneto è subordinazione al Comune, è emanazione di questo; soltanto con lo scadimento del sistema cittadino e la prevalenza dell’economia agraria, che si accompagna proprio ai confini dell’epoca moderna all’aumento della popolazione, appare invece un deciso prevalere delle forze organizzate sulla terra. Ma il periodo centrale dell’espansione coloniale veneziana è lontano ancora da una situazione la quale, producendo una prevalenza delle forze terriere, mina la saldezza e la forza del Comune, corrode i vincoli collaborativi esistenti dall’Oriente all’Occidente tra Comune e Comune, infrangendo, con l’affermarsi delle economie locali, l’unità del dominio repubblicano! (2). L’epoca centrale del dominio repubblicano in Oriente, fino al 1453, anche quando tale dominio possiede carattere militare e difensivo, è dominata normalmente dal sistema comunale, dal quale si dipartono, quali rami, le forze organizzate, magari a tipo feudale, che debbono assoggettare luoghi e centri posti immediatamente a difesa del mare. Il dominio terriero costituisce perciò un accessorio posto a difesa della città, legato ed avvinto alla vita economica della città coloniale che si crea nei punti che più e meglio possono vigilare il corso commerciale tra l’Oriente e l’Europa (3). (1) I 132 cavalieri che, con i 48 fanti e le loro rispettive famiglie, si ripartiscono le terre (salvo alcuni distretti marittimi, la città di Candia, il castello di Tomaio, le miniere d’argento, ecc.) dovevano aver casa conveniente a Candia, e potevano, come i fanti, liberamente mercanteggiare. (2) È qui che allora si rivelano, come vedremo, la lotta tra la società terriera e la società comunale nei possedimenti veneziani, l’incipiente crisi della prisca nobiltà veneta legata al puro fenomeno comunale, lo scadimento delle città, la mancata applicazione delle leggi, la grande crisi coloniale della Repubblica. (3) Cosi in Morea, le cui quattro estremità meridionali, simili ad enormi contrafforti di una fortezza, vigilano i tre golfi di Nauplia, Laconia e di Messene, collegandosi, in parte, al sistema Cerigo, Candia, Scarpanto e Rodi ed a quello delle Cicladi.