— 74 — Stato, ingrandita così per l’ingresso o di nuovi filii familias o di nuovi patres familias. Acutamente il Bonfante ha osservato che la storia delle più grandi famiglie romane — Scipioni, Fabii, Cesari — è una storia di adozioni, mentre un senso di ammirazione che nasce piuttosto da stupore dovrebbe suscitare in noi la straordinaria frequenza delle adozioni presso il popolo romano, fatto, questo, ancor più impressionante della progressiva espansione di Roma nel mondo antico. Quali effetti si verificano con questo accentramento famigliare? Un assorbimento delle forze vitali di Roma attraverso l’istituto della famiglia che tempra gli elementi primi della grandezza ovunque; un assorbimento di forze dal basso della compagine sociale, che si rende agile, sciolta ed adattabile per mezzo di una organizzazione la quale si plasma senza inciampi e senza pesantezza alle svariate circostanze di un impero; un rinvigorimento ed una estensione, in progresso sempre più rilevanti, di organismi sociali piccoli, completi e, al contempo, numerosissimi. Mezzi dello Stato sono dunque pur qui gli elementi centrali di cui abbiamo ricordato il più tipico : e, se l’espansione coloniale di Roma si serbava nei lontani tempi non con un solo tronco ma con tanti germi i quali, col loro crescere, convergevano a formare e ad animare lo Stato, l’esempio veneziano, che a ragione può essere raffrontato a quello romano, riconsacra, sotto un aspetto più mutato e moderno ma non del tutto dissimile, il principio della fondamentale importanza, per uno Stato coloniale in grande stile, dei nuclei medi e centrali, mezzi autonomi ed elementi primi dello Stato coloniale. Le grandi famiglie venete serbano l’essenza della famiglia romana, si restringono maggiormente nel vincolo di sangue, ma conservano inalterata la loro linea di importanza politica che supera un interesse famigliare strettamente privato. E ogni altro elemento (nave, società, compagnia), dominato da un accentramento societario che favorisce la perfezione dei piccoli nuclei, ripete i germi audaci e maturi animanti la trama dell’assetto coloniale veneziano. Ma l’accentramento societario veneziano si rivela ancóra una tra le caratteristiche peculiari della colonizzazione romana, la quale tutelava gelosamente la coesione accentrata nei gruppi di coloro che lasciavano le città originali per fondare quelle colonie che Cicerone chiamava « specula populi romani » (1). Dopo il meriggio della potenza repubblicana, i cittadini vene- (1) Inoltre Serviits, ad Aen., I, 12: « Colonia est coetus eorum hominum qui universi dedncti sunt in locum eertum, aedifìciis munitum. quem certo jure obtinerent ». Altrove: « Colonia est pars civium ani sociorum missa... ».