II. IL PROBLEMA DELLA « LIBERTAS » COLONIALE. 1. La « libertas » del cittadino. • 2. La « libertas » del cittadino coloniale e la sua conservazione. - 3. L’accentramento economico e il confronto economico. - 4. Le città della Dalmazia. - 5. La corporazione marinara veneziana. 1. — I principi, fin qui studiati, formano una parte essenziale dell’organizzazione politica e giuridica della prima epoca coloniale veneziana. La colonia non è un elemento staccato, ma un elemento parte della metropoli, accentratrice d’un moto che da essa prende lo slancio. Ci soffermeremo però ancora ad esaminare l’accentramento metropolitano nei riflessi della condizione giuridica dell’individuo, prima cellula, elemento primo dello Stato comunale, divenuto centro d’un regno pelasgico, creato da una città populosa, come la chiama Guglielmo Pugliese, dives virorum. La realizzazione dell’accentramento è, per l’individuo, sostanzialmente la realizzazione di una « libertà giuridica ». Tanto più intenso e celere è l’accentramento, tanto più si attuano le condizioni propizie ad una libertà, le condizioni propizie ad ottenere e raggiungere un nuovo valore sociale individuale, situazione, questa, di privilegio per l’individuo che può allora (con una certa libertà) indirizzarsi a quelle forme speciali di lavoro richieste da una società (terriera), avida di alcuni prodotti, ottenuti attraverso un’ opera collaborativa. Qui appare l’importanza dell ’individuo, servo sulla terra, libero nella città. Ma la libertà del primo periodo comunale (periodo di accentramento) produce un grado di minor valore sociale per l'individuo, richiesto ancora dal Comune, che vive in un’epoca avida di uomini. Il lavoro del Comune è sì sciolto, mobile, più libero,- ma ancora intenso, di valore altissimo quando esso si svolga in forma collaborativa, e tutt’altro che trascurato dagli uomini del Comune che ne comprendono il prezzo in rapporto alla società dilatata sulla terra. La libertà giuridica è quindi moderatamente alta, ma non svincola