— 10 — Finche, infatti, gli accentramenti minori non premono e non si fanno sentire con le loro attività sulle grandi linee dei traffici veneziani e sopratutto sul mare Adriatico, la potenza accentratrice e demografica veneziana, abilmente indirizzata, realizza un fenomeno cittadino mondiale di alto valore, che può solo proporzionatamente confrontarsi, per la sua importanza, col valore urbanistico odierno delle più grandi capitali e metropoli moderne (1). Del resto, tutta la dottrina ed il famoso sistema giuridico assai più tardi creato da Venezia sulla sovranità del Golfo veneto non sono animati che dalla necessità di allontanare nuovi accentramenti in ulteriore impressionante sviluppo sulle coste della Romagna, delle Marche, della Dalmazia, nulla innovando (ecco il diritto), ma serbando semplicemente, con la forza del diritto, una situazione primitiva in cui agivano solo limitati accentramenti, non oppressi da nuove ondate di popolazione territoriale, lungo le coste adriatiche, dominate economicamente da Venezia. I quattro principi fin qui esposti ci chiariscono il concetto giuridico della sovranità marittima veneziana, altro concetto basilare per lo studio del fenomeno colonizzatore nella sua prima fase. Se lo Stato-comune che va allentando i suoi vincoli coll’impero bizantino è antiterriero, se esso vede nella terra un mezzo di dispersione che lede profondamente l’accentramento, se il mare rappresenta non un mezzo ma il solo mezzo attraverso il quale si svolgono le prime più notevoli attività connesse all’accentramento, si comprende come la sovranità marina, per un popolo navigatore, superi enormemente ogni concetto di sovranità territoriale. II concetto di sovranità marina è un concetto puro per i veneti; esso non subisce l’influenza della terra : sono invece le terre che subiscono l’influenza del mare; non sono le terre limitate dal mare, ma è il mare limitato dalla terra, che ne è un accessorio (2). La sovranità veneta è quasi un cerchio cittadino che racchiude e serra, nel mezzo, il mare. La situazione odierna si capovolge, perchè l’occhio veneto non (1) Venezia, quale città mondiale nell’epoca del massimo splendore (sec. XV), aveva proporzionatamente la stessa importanza (attuale) di Londra o di New-York, poteva forse confrontarsi appena con le attuali metropoli di Berlino, Parigi, Costantinopoli (Stambul), Milano, ecc., e certamente, prima in Europa, partecipava, col suo geniale distacco, al novero delle città metropolitane, innalzandosi di fronte alla popolazione terriera. Si cfr., anche per altri riflessi, Belloch, Storia della popolazione della Repubblica Veneta (in Annuari per l’economia nazionale e la statistica, terza serie, volume XVIII. Pubbl. ted.). (2) Il trattato stipulato nel 992 tra Ottone III ed il doge Pietro Orseolo II rivela il concetto d’una sovranità marina tanto piena che quasi dà, delle acque, una misura: « Confirmamus etiam Lauretum (Loreo) et quantum aqua salsa continet, eorum subia-ceat potestati ».