— 40 — E già il patto precedente del 1204 (in captione urbis), stipulato tra Enrico Dandolo, Bonifacio da Monferrato, Baldovino conte di Fiandra, il conte Ludovico ed Ugo di S. Paolo, manifesta la prevalenza veneziana nella divisione (nobis et omnibus venetis tres partes debent solvi prò ilio bavere, quod Alexius quondam Imperator nobis et vobis solvere tenebatur. Quartam vero partem vobis retinere de-betis...), intimamente connessa alla tradizione ed alla consuetudine, che si sarebbe dovuta serbare con larghezza nei confronti dei veneziani, ai quali premeva non l’acquisto di terre ma il mantenimento della libertà di commercio, vale a dire il mantenimento di quella libertà per cui essi vedevano profilarsi una oscura minaccia (1). La crisi dell’economia cittadina in Oriente poteva allora segnare la fine di un periodo storico ed inaugurare un periodo di difesa efficace, quando tale difesa fosse stata basata su un saldo dominio territoriale, capace di eliminare le piccole tirannie affermatesi tra l’Egeo e l’Adriatico, costellazioni di dominii sorti sul cammino verso i grandi centri cittadini dell’Oriente, e che ostacolavano, per Venezia, la formazione di una forte e continua base navale (2). Qui riusciamo ad osservare, con facilità, come veramente ed in quale proporzione si apra un nuovissimo metodo di colonizzazione, causato dal semplice fenomeno d’una più necessaria permanenza sulla terra e, quindi, dalla necessità di una maggiore affermazione delle forze veneziane, le quali debbono ora bilanciare l’affermarsi ed il continuo prevalere e procedere delle nuovissime forze ottomane dell’IsIam. Restava, è vero, il feudalesimo latino d’Oriente — « ultima barriera » alle forze turche —, feudalesimo di cui Venezia diviene erede attuando un sistema di massima efficacia, con mezzi limitati, soprattutto umani. Ma come doveva rivelarsi differente, nell’applicazione, questo diritto feudale, accolto tardi, ai margini dell’età moderna, quando lo poli cum omnibus que sub ipsa. Pertinentia Gani. Casale Chortocopli. Casalia Chotriki, Kesarea, Miriofitum. Pertinentia Peristasi. Pertinentia Brachioli, Casalia de Raulatis et Examili. Emporium Sagudai. Pertinentia Gallipoli. Lazu et Lactu. Pertinentia de Mun-timanis et Sigopotamo, cum omnibus, que sub istis ». Seconda parte: « Provintia Lakedemonie parva et magna pertinentia. Kalabrita. Ostrovos, Oreos, Caristos, Andrus. Egina et Culuris, Zachintos et Kefalinia. Provintia Colonie cum Cycladibus. Nisia. Pertinentia Lopadi.... ». Si osservi l’importanza del sistema marittimo veneziano poggiato sullo stretto di Gallipoli, penisola Caldàica, Caristos, l’isola di Andro, il golfo di Egina, Peloponneso, Zante e Cefalonia. (1) « Nos etiam et homines Venecie libere et absolute absque omnis controversia per totum imperium habere debemus omnes honorificientias et possessiones, quas quidem habere consueveramus tam in spiritualibus, quam in temporalibus et omnes rationes sive consuetudines, que sunt cum scripto et sine scripto ». (2) Cfr. per alcuni rilievi Cessi, Venezia e l’acquisto di Nauplia ed Argo, in N. Arch. Veneto, nuova serie, voi. XXX.