— 204 — immediatamente senza dilatione o concessione di termine alcuno conviene rispondere, et negando se è convinto, nella medesima hora da doi testimoni non ha altra difesa, onde dal giudice è mandato alla prigione... » (1). In generale, questa soverchia celerità veniva aspramente giudicata dagli alti magistrati di Venezia. Lo stesso Valier notava i vantaggi della « prestezza dell’espeditione », della (( esclusione da i cavilli » e scriveva : « la comodità è il peggior consigliere che habbi la nostra natura, et alla rettitudine del giudicio non vi è cosa più contraria che la troppa celerità, nemica del consiglio, madre del precipicio ». La prima Venezia si vantava di aver animato giudizi celeri; ma, nella trasformazione economica di Venezia, noi osserviamo, per la verità storica, delle cause assai serie che influiscono sull’amministra-zione della giustizia e sulla sollecita definizione delle liti. Tra queste cause è la concorrenza generale che si accresce specialmente dopo il secolo XV. Tale concorrenza, che quasi costantemente si accompagna all’aumento della popolazione, è quella che dà vita al fenomeno della litigiosità, alimentata poi da molte leggi che necessariamente debbono regolare i più diversi e nuovi rapporti sociali (2). Come i veneziani temevano la concorrenza, altrettanto temevano la litigiosità, che a loro sembrava quasi l’immagine della stessa concorrenza. Onoravano l’avvocatura, ritenuta uno tra i più alti delicati e nobili offici dello Stato, ma non tolleravano mezzi artificiosi, cavilli e menzogne che impedivano il corso della giustizia. Si badi però che la produzione legislativa non era un effetto d’un moto artificioso — i confronti che si possono fare a questo riguardo con l’epoca contemporanea sono forse singolari —, ma della necessità di regolare rapporti che dapprima o non esistevano, o si potevano svolgere senza l’urto della concorrenza, naturalmente; regolare infatti dei rapporti era necessario, anche con una funzione preventiva, prima che questi si fossero sciolti sotto la pressione delle forze dirette contro la pace sociale e la collaborazione. Una lotta allora si delinea tra i veneziani che sono cellule vive del passato ed i veneziani dei tempi più nuovi che subiscono gli effetti di nuove circostanze e di nuove necessità. La concorrenza arma (1) Arch. Stato Venezia, Relazioni, b. S, Rei. 1615 da Costantinopoli. (2) Fin dall’agosto 1326 un decreto pone in rilievo la diretta influenza dell’aumento della popolazione sull’accrescersi della litigiosità : « terra crevit et multiplicantur continue per conseguens questiones, ita quod advocati per curias non sufficiunt ad placita et questiones cotidie occurrantes » (cit. in Cecchetti, in Arch. veneto, 1885, tomo XXIX).