Qui siamo ad un altro aspetto di una singolare tendenza economica, perseguita ad oltranza da Venezia con un esempio mirabile nella storia dei Comuni italiani. Perchè, che cosa realizzava Venezia con la effettuazione dei suoi principi economici cardinali? Quali erano allora i fini a cui essa mirava? Con una continuità ed una immediatezza singolari, lontani ancora i tempi degli altri sviluppi accentratori comunali più poderosi, essa attua un semplice ma profondo distacco dagli ordinamenti economici e giuridici territoriali, che assoggettano l’uomo ad una servitù intensa e ad una dispersione; e ad una società, estesa sì nella terra, magari forte di vasta sovranità territoriale, ma animata da una rada sproporzionata popolazione, affondata nella terra pel procacciamento dei beni agricoli, contrappone una unione di uomini, tenacemente accentrati con forti vincoli cittadini su pochissima terra, inaugurando quella fase storica antiterriera, che, senza dubbio, segna una parentesi fondamentale nella storia europea. Staccare il cittadino dalla terra significava, allora, toglierlo da un regime fondiario; ma la fase antiterriera non è, in fondo, che un aspetto esterno, non rappresenta che un altro lato di quel fenomeno complesso, ma unico, che trae la sua origine dall’accentramento di popolazione e dal moto di raccolta di uomini; movimento che avrà riflessi fondamentali, come vedremo, seppur seguendo altre direzioni, in tutto il primo grande periodo della colonizzazione veneziana. Il distacco è lento, noti improvviso, ma progressivamente deciso, chè le potenti famiglie veneziane, le quali in un primo tempo costringono a tributo la popolazione rurale, tendono poi a rendere la propria vita economica sempre più indipendente dalle risorse dei redditi fondiari, per indirizzarsi ad un lavoro di sfruttamento di alcune principali ricchezze maggiormente richieste da quella vastissima società straniera, distesa tra le Alpi ed il mare, che, dilatata, come era, sulla terra, ignorava, si può dire, il fenomeno cittadino. Solo un fenomeno cittadino eccezionalmente potente poteva ai margini settentrionali d’Italia, aperti alle popolazioni straniere di Settentrione e d’Oriente, condurre vittoriosamente una battaglia economica di fronte alla vastissima Longobardia, stesa ad anfiteatro, rigata da numerosi fiumi che scendevano, si riunivano e si concentravano verso la parte più delicata del dominio veneto e del suo golfo; ma è anzi l’intento di sfruttare l’enorme domanda proveniente dalla terra (straniera) di alcuni beni (ottenuti attraverso un’opera collaborativa) che allora induceva Venezia a perseguire un accentramento mercantile, rafforzato col distacco antiterriero. Il fenomeno della società germanica, dilatata nell’Italia setten-