— 177 — ulteriori sapienti distacchi il moto tendente all’equilibrio e favorendo l’aumento della popolazione metropolitana in colonia. Con un ripetersi mirabile, noi osserviamo, qui, rinnovata su altra scala, la tendenza di Venezia, diretta a potenziare le sue città marine mediante un ulteriore accrescimento della popolazione di queste, accrescimento che si dirigeva ad attutire la concorrenza del lavoro extra-cittadino, rianimato ed in celere progresso, dopo la fine del tradizionale medioevo. Il confronto e lo scambio di taluni prodotti potevano, s’è detto, ancora serbarsi se il nucleo metropolitano in colonia si fosse dato un assetto a forti basi industriali; ma allora non poteva tardare che 10 scambio, immediatamente fatto col colono metropolitano, si arrestasse allo stesso, lasciando fuori la lontana metropoli (1). 2. — Il regime giuridico tende allora inevitabilmente ad una trasformazione. Il grado di mutamento, di trasformazione, non si presta sempre a determinare un tipo netto e preciso di regime di controllo, che muta plasmandosi alla realtà della vita. Ma è indubitato e certo che il regime giuridico imposto dalla metropoli non deve soltanto guidare ed indirizzare; esso deve controllare e vigilare. Prima vi era quasi un’azione assorbente, ora si verifica un’azione opposta o premente. Tra i due estremi, quante situazioni si possono però trovare ! La posizione intermedia è quella di un equilibrio; la posizione estrema, vale a dire quella che non rivela l’utilità di uno scambio, è pure all’estremo di una fase. Comunque, l’autonomia, che poteva assumere la forma di una completa e radicale libertà di fronte allo Stato colonizzatore, scade con un processo lento, incessante, col crescere della concorrenza tra gruppo metropolitano coloniale e gruppo indigeno. Esaminando separatamente le due società, metropolitana ed indigena, osserviamo che la prima deve dominare e controllare soprattutto per conservare; la seconda invece, trasformandosi le circostanze e mutandosi le condizioni economiche, cerca di riconquistare 11 terreno perduto. Vi è allora un interesse nello Stato colonizzatore diretto al funzionamento della societas indigena? Tale interesse è minore, senza dubbio, ma è pure tuttavia esistente. Un interesse « positivo » sta nell’indirizzare la societas indigena ad attività economiche che, integrate con quelle metropolitane, favoriscano ancora lo scambio noto; un interesse ancora, e davvero grande, è quello di sviluppare in un senso, approfondire lo sfrutta- (1) Sotto questo aspetto si può confrontare il movimento economico che ha segnato la genesi degli Stati Uniti d’America.