— 54 — che, dalle estreme spiagge dell’Adriatico, raggiunge le estreme spiagge dell’Asia e dell’Africa. Il doge Mocenigo poteva dire che nel secolo XIV Venezia aveva su tutti i mari ben 3300 navi (1)! Perchè, non basta serbare la libertas, anche isolatamente, è necessario che tale libertas aderisca ad un più vasto moto che si percuota favorevolmente su essa. A dar vita allo Stato è sostanzialmente il bisogno d’una maggiore e sempre più salda difesa del singolo, lanciato per le vie del mondo, che cerca nella massima forma di collaborazione, attuata oltre particolari cerehie, un compenso contro la forza disgregatrice, diretta ad annullare la civiltà. Vi è dunque una oscillazione tra un interesse più vasto ed un interesse più particolare, che ha formato la prima base del predominio veneziano. Se Venezia comminerà le pene più gravi per colui che vende abusivamente la nave (2) con una fierezza di linguaggio che ricorda altre leggi famose antichissime, ha però un ritegno singolarissimo nel punire coloro che formano la sua grandezza sul mare : ma anche qui senza dubbio agiscono e il vasto potere di autonomia navale, che, di riflesso, si percuote sull’applicazione più mite del diritto penale, e, d’altro canto, come ha giustamente osservato il Manfroni, il sistema di arruolamento volontario, opposto al sistema obbligatorio più raro e più tardi, invece, sviluppato (3). Quando però Venezia subisce la crisi del secolo XVI, crisi di civiltà o di saturazione, per cui le correnti di traffico non trovano più uno sbocco ed un mercato, anche gli arruolamenti volontari, sotto forma di contratto, divengono rari, perchè non possono dare un reddito sufficiente ed un margine di guadagno, che soltanto un intenso commercio poteva offrire invece a coloro i quali varcavano i mari. 2. — Dell’accentramento tra più navi si ha un esempio famoso nelle mude. flotte armate in mercanzia, unite in squadre di otto o dieci galee, agli ordini di un capo squadra (4); flotte che si dirigevano non solo in Oriente (mude di Alessandria, Beirut, Romania), ma anche in Inghilterra ed in Fiandra. Oltre alle mude ordinarie (1) Tale cifra, veramente impressionante, è riportata dal Molmenti nella sua Storia. Secondo lo Smoller, la marina mercantile inglese nel 1651 possedeva appena 1120 navi. (2) Promissione del maleficio, Cap. XXVI: Colui che ha giurato di non vendere la sua nave e poi invece la vende « perda tutto quello l’ha al mondo, et tutto quello vegna in lo nostro commun, et sia stridato sperzuro in scala ». (3) Si veda Manfroni, La disciplina dei marinai veneziani nel sec. XIV, in Riv. Mar., maggio 1902. Un socio di galea da mercato il quale su una galea di Fiandra assale I’« amirajo » è punito con una pena restrittiva della libertà personale di circa un mese e mezzo. Nell’epoca primitiva i vogatori (remiges, voguerii, galiatores) provvedono a proprie spese anche al vitto perchè sono a parte degli utili della spedizione. (4) Barberino, in Riv. Mar., febbraio 1878.