— 155 — zione per raccogliere la risultante di due assetti grandiosi, l’assetto cittadino e quello territoriale; e progredivano proprio quando cittadini d’Italia, veneziani e genovesi, portavano l’azione e la scienza alle nazioni volte verso l’Atlantico, animati dalla passione di trovare altre vie per raggiungere, si badi, le terre d’Oriente, attraverso i mari del Mezzogiorno e dell’Occidente, contribuendo così a fare, in altro senso, dei paesi marginali deH’estrema Europa, paesi centrali di un diverso più vasto movimento mondiale. Essi eran,o capitani non più di città, ma di popoli; di popoli che potevano svolgere una colonizzazione in grande stile e proficua sui nuovissimi continenti soltanto se ordinati e disciplinati dal sistema della « civitas ». Le ultime regioni europee, chiuse da un lato, ultime per l’Europa, divenivano allora prime di fronte all’Europa. Ma, in fondo, questo sforzo segnato dagli italiani, questo aiuto che dànno gli italiani, non ripeteva, sotto un aspetto più vasto, la situazione economica del Comune, la cui potenza stava segnata dall’essere esso capace di sostenere e di mantenere la parte centrale di una lunga catena d’interessi? L’uomo del Comune aveva impresso nel sangue questo senso di esperienza economica : a chi chiedeva, propugnava col consiglio e con l’azione un programma di centralizzazione; programma che era mantenuto e che veniva attuato per mezzo delle grandi scoperte le quali prolungavano una catena, ferma dapprima ad un punto, oltre nuovi mari, oltre l’Oceano Atlantico (1). Non possiamo dimenticare un altro fatto, studiando le vie che, passando pel centro d’Europa, raggiungono il Levante. Esse traggono un inizio, per chi osservi Venezia, anche da uno Stato, posto ai limiti del continente europeo, da uno Stato la cui capitale è staccata dall’Europa; esse terminano nelle isole dell’Irlanda e dell’Inghilterra, chiamata da Shakespeare « precious stone set in thè silver sea ». Isole, queste, che si avvicinano al massimo all’Europa e pur ne sono staccate; isole, ambedue, che serbano la possibilità di porre in essere e di conservare più genuino il principio del confronto economico, avvicinando una economia ad un’altra opposta, senza una immediata confusione, nella direttiva di sfruttare il più possibile il confronto stesso. (1) Lord John Campbell esprimeva tale giudizio su Sebastiano Caboto: « Se questo degno uomo non avesse fatto nulla di più, il suo nome avrebbe dovuto senza dubbio essere trasmesso ugualmente ai tempi futuri con onore, perchè apparisce chiaramente che la scoperta di Terranova è stata la sorgente della ricchezza e del potere navale di questa mia nazione e il principio delle nostre colonie; cosicché con stretta giustizia si deve dire di Sebastiano Caboto, che egli fu l’autore della nostra potenza marittima, e aprì le vie a quei progressi che ci hanno fatto diventare un popolo così eminente e prospero » (cit. in Paladini: vedi bibliogr.).