— 18 — cor più alla saldezza nazionale che doveva ricevere un nuovo più fermo crisma. La saldezza della nazionalità veneziana, si badi, è la « libertas » economica conquistata, voluta anche e sopratutto sulle vie del-l’Oriente, attraverso un fenomeno semplicissimo di collaborazione, collaborazione che vivificava allora la nazionalità, tanto più sentita quanto più lontano ne era l’accentramento metropolitano. Se nella città madre vi è quasi il battesimo iniziatore della « libertas » e quindi della nazionalità, sulle vie coloniali si rivela un doppio interesse alla « libertas », e pertanto una lotta economica più grave, per mantenere tale « libertas » nazionale. Il problema nazionale nelle colonie era allora seguito da un problema di accentramento a distanza, il quale esigeva tempre coraggiose, unite nello sforzo della prima colonizzazione; e però, non appena passata la fase coloniale del cittadino, che ritornava nella metropoli, si raccoglieva quasi il risultato di un senso di più necessario accentramento, che si percuoteva sulla saldezza della nazionalità veneta, rinvigorita sui mari ed ai margini delle terre d’Oriente. Osserviamo ora brevemente il problema dello Stato di fronte alla colonizzazione : nè ci meraviglieremo vedendo lo Stato quasi figura secondaria nella prima espansione coloniale. Se il valore sociale dell’individuo nel Comune è ancora, come abbiamo visto, moderatamente alto, appare quanto il valore dell’individuo nella società che si dirige a diventare Stato sia ancora elevato anche nei suoi confronti; mai, del resto, il valore sociale dell’individuo, ad onta di quello che contrariamente oppongono alcune moderne teorie, è stato così alto come .nell’età medioevale. Se il valore sociale del cittadino è ancora alto, si deduce quale valore esso abbia nello Stato, aderente, per necessità, agli individui, aderente alle famiglie, che ne sono la fonte e rappresentano quasi l’immagine e la personificazione dello Stato. Ma qui assistiamo ad una situazione degna di rilievo, perchè l’interesse pubblico coincide apertamente con l’interesse privato (le due nozioni tendono decisamente a confondersi) per attuare una base ideale di collaborazione. L’attività politica individuale e famigliare supera infatti decisamente l’attività dello Stato fino a tutto il ’200; lo stesso individuo crea lo Stato con la sua opera di difesa, operando pel suo massimo principalissimo interesse; ma dove è collaborazione è lo Stato, e dove si attua la compenetrazione dei due interessi si rivela la fortuna del singolo e si rivela quella dello Stato. Lo Stato è aderente agli interessi degli individui più validi e capaci perchè esso è gli stessi individui, si trova ovunque questi si trovano, anche sulle terre d’Oriente; e proprio in questa mobile coesione,