— 53 — quale raggiunge in Europa uno sviluppo preannunciatore, prima, e realizzatore, poi, delle grandi scoperte geografiche mondiali (1). Si osservi, però, come agiva Vaccentramento interno nelle navi. I primi navigatori sono liberi e le galee sono dette volontarie o di libertà in contrapposto a quelle che appaiono assai tardi (verso la metà del secolo XIV) e sono azionate dal lavoro umano, che viene imposto a determinati gruppi o nuclei di popolazione successivamente accentrata (2). La galea di libertà è la pura propaggine veneta sui mari del Levante costituita da uomini liberi che difendono con fervida passione la libertas veneta; ed è una nave commerciale, immediatamente trasformabile per difendere, ed ovunque far valere, i diritti di Venezia sul mare. Questa difesa (economica ) della libertas, svolta e sostenuta quasi semplicemente dalla volontà dei singoli, può farci comprendere come si raggiunga una individualizzazione della nave, individualizzazione veramente caratteristica, che imprime una altissima autonomia giuridica. Ma questa individualizzazione, che corazza la potenza delle singole navi, sa subordinarsi alle esigenze generali di una enorme catena, (1) Si osservi che, a Venezia, i dazi d’uscita erano otto volte maggiori di quelli d’entrata. Questo regime economico, che si riscontra in epoca di maggior splendore e può a prima vista meravigliare, è determinato dalla saggia tendenza diretta semplicemente a favorire al massimo le importazioni sfruttando il valore dell’accentramento di merci più intensamente richieste. La prima Venezia oscilla tra i due partiti longobardo e bizantino ed è quasi l’anello di congiunzione, la sintesi di due grandi (opposti) movimenti. Come il Koshiitter e l’Heyd hanno acutamente osservato, l’esistenza dei due partiti favoriva il commercio. Più precisamente, lo Stato-Comune veneto è la compenetrazione, a mio avviso, dei due interessi, su cui predomina l’interesse collegato all’idea bizantina perchè più rilevante per la prosperità economica. L’uno (bizantino) favorisce la sorgente delle principalissime ricchezze, l’altro ne indica la foce. La intensa corrente che ne deriva è la base delVegemonia economica veneziana. Ma anche il fenomeno generale della lotta, nei Comuni italiani, tra guelfi e ghibellini possiede, in parte, un substrato economico certamente più statico ma analogo. Il Comune italiano, in quell’epoca, è la sintesi e la compenetrazione di due movimenti: l’uno che tende a rinvigorire Vaccentramento cittadino, l’altro che tende a realizzare un confronto tra tale accentramento e la società lata» specialmente germanica. Mentre l’uno opera esclusivamente ed intensamente in favore del fenomeno accentrativo (guelfo), l’altro movimento (ghibellino) porta ad ulteriori vantaggi questo fenomeno, la cui prosperità economica è legata infatti al confronto: società accentrata - sistema fondiario a popolazione rada. (2) E degna di rilievo la singolare analogia del processo demografico di saturazione del Comune e della nave. L’eccesso di accentramento, che chiaramente si vede nel secolo XV nel Comune, conduce ad un minor valore di alcuni tipi di lavoro, che si sposta sugli accentramenti successivi e più nuovi, sufficienti, questi, a mantenere il predominio economico comunale. Sulla nave, organismo complesso ed unitario — organismo vero e proprio di lavoro —, il processo qua e là si ripete, serbando però fino all’ultimo inalterato e gelosissimo alle classi più antiche e più note il potere direttivo.