— 73 — 3. — Da quanto addietro s’è detto appare più chiaro come l’esistenza di piccoli ma saldi nuclei sociali dia l’immagine della potenza non cittadina ma coloniale veneziana. Nave, famiglia veneta, società rappresentano dunque le tre prime forme associative robustissime che, spostate oltre mare, posseggono mezzi propri per agire preannunciando la potenza repubblicana che si snoda, si espande e si conserva con elementi sciolti, agili ed aderenti, forgiati alle circostanze di mondi diversissimi. L’insegnamento di Venezia che fissa su nuclei medi la base della preponderanza coloniale può confrontarsi per certi rapporti con quello di Roma colonizzatrice, il cui diritto plasmava e poneva in valore altissimo un tipico elemento centrale nella organizzazione più vasta e suprema dello Stato : il gruppo della famiglia, che si staccava nettamente dalla famiglia naturale quale noi oggi intendiamo. La famiglia romana, esclusiva come un piccolo Stato, supera, infatti, un vincolo di sangue o anche semplicemente economico per assurgere, come hanno avvertito lo Scialoja e il Bonfante, all’importanza di un vero e proprio organismo politico, la direzione del quale viene affidata al pater familias. I modi per cui si esce dalla famiglia romana, rompendo così il vincolo agnatizio, possono ben paragonarsi ai modi di perdita della cittadinanza, mentre, correlativamente, i modi con cui si entra nell’ambito della famiglia romana (adoptio, arrogatio) possono paragonarsi ai modi di acquisto della cittadinanza (1). Forse sarebbe inconcepibile giustificare l’esistenza, nel periodo classico dello svolgimento del diritto romano, di un vasto organismo famigliare se ci fermassimo a considerare il fenomeno di Roma entro le mura di una sola città, staccando così da esso il fenomeno più vasto e dinamico di quella colonizzazione che ha reso la stessa Roma e il suo diritto famosi nel mondo; ma oso affermare che proprio invece la necessità di una immensa colonizzazione, richiedente forti e numerosi germi, allora preparava la base su cui poggiava il potente organismo famigliare romano, capace di agire o da solo o subordinato alla suprema autorità dello Stato. II fenomeno più grandioso della potenza famigliare e certamente, di riflesso, della potenza romana sta in gran parte segnato nell’istituto dell’adoptio e in quello dell’arrogaiio, istituti che potenziano al massimo l’organismo della famiglia, quale mezzo dello (1) Si veda Bonfante, Corso di diritto romano, Roma, 1925, voi. I, Diritto di famiglia, passim. La parola pater non indica un rapporto di generazione, ma si richiama al senso di signore e sovrano.