— 141 — persuaderebbe che atti fossero ad ampliar il concorso d’Abitatori, et accrescer il numero dei Sudditi ». « Prescrivono — egli diceva — le Statutarie Leggi, che qualunque desiderasse Terreni per coltivarli, li siano con agevolezza accordati, con annua corresponsione di canone. È stabilito dalle Leggi, che qualunque cosa inserviente al sostentamento della vita humana, sia esente da ogni corresponsione al Regio Erario... » (1). Quale potenza territoriale, l’impero Ottomano si sostiene sul nuovo interesse alla terra, e mina la potenza marginale cittadina d’Oriente, anche con un temibile processo di assorbimento, che segue un ulteriore decadimento del predominio antico. Se il dominio ottomano sfrutta, lungo estensioni immense, questo interesse, collegando, con un regime di forza e d’impero, i più diversi paesi, questo sviluppo è limitato dall’economia marittima mediterranea, ed ancora, fin dal suo nascere, dal blocco cittadino guidato dalla Repubblica di Venezia, sostenitrice d’un enorme ponte di città stese dall’Adriatico all’Egeo ed all’estremo Levante. Si ripeteva verso la metà del secolo XV, per certi aspetti od in maniera diversa, un parziale attacco di economie, simile a quello della lontana epoca araba? Non credo sia possibile rispondere radicalmente di no a tale domanda, perchè, se l’economia marittima, che seguiva la tradizionale via dell’Oriente, si limitava sotto la concorrenza ed il predominio, talora, dell’economia territoriale e d’Europa e d’Asia, non è affatto vero ch’essa s’arrestasse nel suo sviluppo, compressa nel suo ritmo più valido e duraturo. Per dare un giudizio scientificamente esatto non bisogna inoltre dimenticare che l’economia cittadina in Oriente aveva radici ben antiche, era preponderante sull’Europa, che appena nel ’400 italiano riesce a raggiungere l’apice d’una maturità facendosi, a sua volta, iniziatrice e capace di svolgere una espansione commerciale in grande stile in Oriente con lo smercio di taluni prodotti industriali! Ma indubbiamente nel ’600 la coesistenza delle due economie nei possedimenti veneziani portava ad un assedio dell’economia cittadina, ed è allora che un’acuta ed attenta indagine è fatta dai magistrati veneziani sulla popolazione, che veniva considerata « materia degna per certo del più maturo riflesso, dipendendo da questa tutti quegli altri profitti, .... altrettanto desiderabili, quanto difficili, senza d’essa, a conseguirsi » (2). (1) Arch. Stato Venezia, Rei. b. 7. Diceva poi Alvise Contarini: « ...l’abbondanza di popolo... rende quella Monarchia, più nel numero che nell’Arte, o nella peritia formidabile ». Alvise Contarini chiamava la nazione ottomana una nazione di « pecorai ». (2) Rei. 1691 di Domenico Gritti dalla Morea (Arch. Stato Venezia, Rei. b. 86).