— 71 — osservatorii e baluardi sulle sorgenti dei traffici della Repubblica, e tale senso provoca un celere immediato richiamo diretto verso un intero popolo,, la cui vita economica può essere gravemente lesa da improvvise barriere, che si innalzano sui quartieri veneziani per indirizzare il traffico verso altri quartieri, tenuti nel dominio di altri accentramenti europei concorrenti. Ritornando però al nostro tema più specifico, avvertiamo ora, forse con maggiore chiarezza, che, se il senso della « societas » può raggiungere una così vasta espressione anche in rapporto agli stranieri, il senso della « societas » deve rivelarsi assai intenso tra cittadini formanti, nel loro complesso, un grande popolo vettore; popolo che riduce al minimo la sua localizzazione, spesso fomite di concorrenza, e sente, dilatato nello spazio, come abbiamo osservato, la necessità di porre in essere una intensa collaborazione. In sostanza, sia la società privata, sia la società che si avvince e sviluppa attorno ad un nucleo naturale, sia pure quel complesso originale di società che troviamo nella nave, appartengono ad un assetto e sorgono per un unico scopo : quello cioè di rinsaldare e potenziare un organismo, risultante sempre di diverse ed intense forze tendenti aH’accenfra-mento. Osserviamo però su quale terreno vivono queste società commerciali veneziane. Perchè, proprio a questo riguardo, dobbiamo osservare come la società veramente non viva in un regime di concorrenza, ma precisamente in un regime costruttivo, a favore del quale ogni società può proficuamente operare, mentre si ignorano urti e profondi conflitti d’interessi direttamente percuotentisi sulla più vasta compagine repubblicana. Di conseguenza, ciò tende a limitare la formazione di raggruppamenti di società coalizzate, tanto più, questi, validi ed estesi, quanto più altri raggruppamenti, in regime di concorrenza, si rafforzano allo scopo di comprendere nuclei minori, i quali, se isolati, quasi inevitabilmente soccombono. Venezia aveva creato un terreno su cui germogliavano staccate le prime forme associative, che non venivano a confronto, ma si sviluppavano parallelamente senza limitarsi, che si accrescevano ed ingrandivano senza subire oppressioni, lanciate su un campo vasto senza subire la forza immanente di una vigorosa concorrenza. Il bisogno di lavoro — l’enorme offerta di lavoro rappresenta il grande fenomeno economico il quale ha tracciato le linee maestre della storia medioevale d’Europa — portava la linfa animatrice a queste società primitive, tanto più produttrici quanto più saldo si manifestava, in processo di tempo, il loro assetto, difeso ad oltranza contro ogni elemento disgregatore che avesse portato a sua volta il singolo individuo fuori di ogni forma economica dominata dalla col-