— 30 — Abbasidi: la Siria non è più il centro dellTmpero arabo, ma tale centro passa nell’Iraq ; mentre il Califfato Abbaside riesce a realizzare, in misura ancor più completa, l’unità politica dell’Oriente. Dopo appena due o tre secoli il mondo arabo attua quindi nel-l’Oriente una completa unità economica; le sue dottrine giuridiche sono organicamente raccolte ed integrate dai quattro capiscuola (i quattro Imam: Abu-Hanifa, Malech, esc-Sciafer, Ibn Hanbal); uno slancio nuovissimo anima i commerci dell’Asia e delI’Africa, proprio quando Venezia, sotto il governo di Pietro Tradonico, inizia e svolge una vera e propria sua politica estera, di fortezza, di equilibrata prudenza ed al tempo stesso di decisa audacia (1). Qui bisogna notare come il fenomeno espansivo del mondo arabo si riaffermi un fenomeno sostanzialmente territoriale, nel senso che, collegato ad un sistema diretto ad uno sfruttamento di principalissime ricchezze della terra, dalla terra trae le stesse cercando esportarle e svolgere per esse una attività di scambio sopratutto attraverso il territorio. La potenza economica del mondo arabo, subito eccezionale, sta segnata nel progressivo estesissimo collegamento terrestre, concepibile solo in un popolo estremamente attivo, celerissimo, demograficamente potente (2). Verso settentrione il mondo arabo trova un caposaldo occidentale nelFImpero romano d’Oriente, dominato dal fenomeno latino, serrato in un assetto cittadino, sostenuto anche, alle spalle, dalla lontana Venezia dogale, dominatrice dei mari, nemica delle terre. Da un lato, quindi, si nota una attività interna territoriale celerissima; dall’altro, una attività esterna anti-territoriale, marina, che si congiunge — o direttamente per l’estremo Levante e per l’Egitto, oppure indirettamente, per mezzo di Costantinopoli, — all’Occi-dente più prossimo. (1) Mantenimento, cioè, fin dove possibile, di amichevoli e pacifiche relazioni con tutte le potenze, specie con le maggiori; inflessibile sistematica eleminazione, con ogni mezzo, di tutti gli ostacoli di secondo ordine; portare in contrasto fra loro, con una accorta azione diplomatica, le forze politiche che rappresentano un pericolo (cfr. Mara-nini, op. cit.). (2) L’Islam concreta nel suo ordinamento giuridico una estrema unità. Religione, morale, diritto, costume: tutto è compenetrato. Ancor prima di Maometto gli arabi sono dediti alla pastorizia ed alla cultura; abitano sotto tende ed in contrade aperte. Si cfr. Ducati, Sintesi del diritto musulmano, Bologna, 1926, e Morelli, L’Islam, Napoli, 1912. « ... Come il sussistere di una autorità unitaria e vigorosa su vastissime estensioni territoriali aveva favorito, in passato, un’intensa attività economica nell’Oriente anteriore, così il Califfato abbaside, realizzata in misura ancor più completa l'unità politica del-l’Oriente, segna un’epoca di straordinaria prosperità; le relazioni commerciali si svolgono facili e frequenti, aiutate da ottime reti stradali, da servizi regolari di posta e di alloggiamenti, e non si limitano al già immenso impero dei califfi, ma ne varcano i confini e portano i mercati ed i piloti arabi nelle terre e nei mari dell’estremo Oriente... » (Levi della Vida in Encicl. Ital., voce: Arabia).