una (maggiore) libertà dell’uomo singolo (1), fase legata al sorgere del Comune italiano ed alla rinascita del diritto. Tale periodo è caratterizzato da una intensa ripresa demografica, di cui è fomite l’accentramento cittadino, e da un movimento decisamente antiterritoriale, che stacca le energie umane dalla terra per assorbirle in punti opposti della penisola, formando nuclei compatti di popolazione, dominatori effettivi, dal punto di vista economico, di vaste estensioni terriere. Con l’accentramento e la ripresa della natalità, l’individuo e la società si svincolavano allora dagli istituti giuridici basati sull’assetto fondiario già sproporzionato alla entità quantitativa della popolazione terriera, obbligata, per raggiungere un mediocre sfruttamento agricolo, ad una dislocazione lata e ad un regime intenso di lavoro primo, il quale dava vita a forme ed istituzioni giuridiche che richiedevano di più l’individuo limitando corrispettivamente la sua libertà. Il valore sociale dell’individuo è massimo, infatti, in una società terriera dispersa e lata; il valore sociale dell’individuo diminuisce, invece, nella società cittadina accentrata su poca terra, attraverso la collaborazione, e, conseguentemente, per l’attuazione dell’assetto giuridico e politico entro il nucleo cittadino, meno si richiede l’uomo lasciandogli un margine di (maggiore) indipendenza. Lo Stato e, meglio, le forme politiche protettive, che sorgono dalla necessità di tutelare il benessere individuale e quello collettivo, seguono, specie nelle epoche formative, e subiscono l’influenza del valore sociale dell’individuo, tanto più richiesto, quest’ultimo, in ogni formazione sociale, quanto più questa è numericamente ristretta. A rendere però l’uomo giuridicamente più libero serbando, anzi aumentando, il predominio dell'ente munito di sovranità, si rende necessaria, è vero, una minor richiesta dell’individuo, ma si richiede, correlativamente, la creazione e l’esistenza di una entità statale che, col numero dei suoi componenti, controbilanci la minore richiesta del singolo alla costruzione dello Stato. Il raggiungimento di tale libertà, libertà relativa ai fini attuali dello Stato, è subordinato: all’esistenza di un assorbimento di popolazione, ad un accentramento validamente e rigorosamente sostenuto nello spazio e nel tempo, ad un distacco dalle istituzioni fondiarie, ad una difesa da altri possibili accentramenti, vicini o lontani, di popolazione, che cerchino di sostituire la loro sovranità politica. (1) Per questa terminologia e per i movimenti connessi ed antecedenti al periodo di accentramento cittadino, si confronti anche il mio studio sui Lineamenti demografici nella storia del diritto italiano, Roma, ed. Maglione, 1931, nei capitoli IV, V, VI, VII.