— 34 — Tale regime, si avverta, è a sfondo militare, protettivo, subisce poco l’influsso economico della produzione della terra, ma tende piuttosto ad una energica difesa. Una muraglia protettiva circonda un piccolo mondo di armati occidentali che deve, pur esso, inaugurare, per altro verso, nei confronti della popolazione indigena, un regime di personalità della legge (1). Anche Venezia, ma sol quando sente la inesorabile necessità di difendere, di fronte a nuove minaccie e nuovissime espansioni, le sue terre ed i suoi margini marini, si sobbarca alle leggi feudali, le quali si dimostrano utilissime nella difesa militare, poco utili economicamente, accettate, quindi, soltanto quando realizzano un regime difensivo che opera in favore del regime economico veneziano. Ma, pure di fronte al bisogno, vi è un accorto ritegno; perchè Venezia penetra con gli istituti feudali poco oltre ai margini del mare e nelle isole che seguono le linee dei traffici veneziani; ed importa di scorcio talune leggi feudali, applicate attraverso i suoi funzionari non con negligenza od ignoranza — come dice qualche modernissimo autore francese — ma con un senso anti-terriero, antifeudale, rappresentante una delle più alte caratteristiche del genio politico degli antichi cittadini della Repubblica. Così avverrà per le Assise di Romania, raccolta di consuetudini feudali che si ricollegano a quelle del Regno di Gerusalemme, di cui i veneziani fecero una redazione ufficiale nel 1453, ma che essi cominciarono ad applicare assai prima nelle terre dell’Arcipelago, più intensamente da essi dominate perchè strategicamente atte a difendere, in punti delicati, l’interesse commerciale della Repubblica (2). Come non vi può essere distacco, così non vi può essere forza centrifuga che si ripercuota ledendo l’unità e l’accentramento dei veneti; nè tanto meno debbono prevalere particolarismi ed interessi famigliari, consoni sì al puro diritto feudale dell’Oriente, ma non consoni all’interesse della Repubblica, Stato cittadino. Un esempio veramente notevole, per l’anno 1362, riguarda Fiorenza Sa-nudo, duchessa dell’Arcipelago, che voleva sposare Nerio della famiglia degli Acciaiuoli di Firenze : alle insistenze degli Acciaiuoli, i quali riescono a smuovere altissimi personaggi, Venezia pone il suo (1) Assise di Gerusalemme. Alta corte, IV. (2) Un francese, il Recoura (Les assises de Romanie, Paris, 1930), il quale vede nelle Assise di Romania naturalmente un monumento soprattutto francese, si meraviglia di fronte all’afferniato e riaffermato tradizionale conservatorismo veneto (pensiamo alla moderna Inghilterra!) che applica più formalmente che realmente questo diritto feudale. « Nous croyons plûtot que ce conservatisme traditionnel correspond à des habitudes de négligence fort anciennes », egli dice. Ma ciò invece è un disinteresse voluto, che nulla ha a che vedere nè con la negligenza nè con l’incomprensione. Ben diversa si rivela la pratica veneziana dalla teoria, nell’applicazione del diritto feudale!