— 215 — Ma si badi a quale prezzo si poteva raggiungere questa coesistenza tra due tipi di lavoro spesso concorrenti. Il lavoro individuale temeva di essere sopraffatto; il lavoro industriale, saldamente armato, cercava di vincere una concorrenza su quello. Non so se lo studioso riesca qui a scorgere una delle cause disgregatrici che hanno ritardato il processo unitario della nazione italiana ed hanno impedito la valorizzazione del lavoro italiano, portato, nell’espansione dell’età contemporanea, sulle vie del mondo. Fu un tormento, fu un travaglio che doveva sboccare ad una rivoluzione e ad una fine, fu un doloroso processo di lotta che, specie all’inizio, appariva aspra e vastissima. Il lettore però comprende chi doveva prevalere in questa lotta interna, fomentata da due contendenti, ciascuno dei quali combatteva per la libertà economica propria. Il lavoro individuale doveva cedere a quello dell’industria, doveva restringersi, ma vivere. Solo infatti da taluni tipi di lavoro individuale, vale a dire da un lavoro indipendente, poteva sorgere il completivo dell’industria, solo da essi si potevano trarre i germi di piante più rigogliose e fiorenti che, maturate più tardi, avrebbero potuto svilupparsi nel terreno industriale. Questa capacità individuale, questo lavoro che viveva isolato furono elementi ancóra magnifici; ma non ammiriamo noi in questi lavoratori isolati, stretti attorno alla famiglia di sangue, i germi indi-pendenti capaci di espandersi, non le semplici fronde saldate al tronco dell’industria straniera? Ben poteva conservarsi questo lavoro individuale e procedere verso un unico cammino, alleato al lavoro dell’industria. Quanto finora è stato detto può aiutarci a comprendere adesso quale contributo può dare nella vita coloniale il lavoro legato immediatamente alla capacità ed al genio creativo dell’uomo. Le basi di preparazione economica sono anche costruite da un lavoro che rispecchia immediatamente l’abilità del singolo. Poche speranze possono nutrire quei popoli che non hanno molti individui colonizzatori capaci di agire da sè, e quei popoli che, sospinti da un eccesso di industria, credono di aderire solo con masse d’individui numerati e con l’imponenza della loro organizzazione, dominatrice ma pesante, alle più diverse società coloniali indigene. Il lavoro legato immediatamente all’individuo è una semente d’indipendenza ed un mirabile anello di attacco per favorire il famoso confronto, il quale, anche quando posto in essere tra società demograficamente opposte, avviene con più facilità su uno stesso piano, ad un medesimo livello. La materia adesiva è l’individuo.