— 70 — raggiosamente una città tra i massimi interessi dei più lontani popoli e, collegando questi interessi, si costruivano saldamente, su due opposti versi, un predominio. La penetrazione coloniale dei veneziani è dominata, in fondo, da un chiaro e semplice principio, seguito più tardi, ed ancor oggi, dalle più grandi nazioni coloniali del mondo : il principio dell’intervento economico (1). Ma la tendenza alla « societas » non significava abdicazione al principio di una solidarietà concepita in senso nazionale, perchè un fierissimo senso di nazionalità persistente e radicato ci appare invece intimamente connesso ad una delicata difesa della vita veneta in Levante, difesa che si risolve nel tutelare il grande mezzo veneziano e, più che nel tutelarlo, nel far sì che questo mezzo sempre agisca. Come e quanto la compagine unitaria si manifestava robusta ovunque, ma soprattutto nelle più lontane colonie! Mentre la delicatezza della difesa è l’incentivo che promuove una pronta reazione — in quanto non si tocca una colonia senza che si colpisca direttamente nel punto più vivo la metropoli —, il senso della vita veneta è vivissimo sugli estremi margini dell’Asia che ospitano gruppi veneti, avanguardie, (1) Tale sistema coloniale risulta eminentemente dinamico e funzionale in contrapposto ad altri sistemi che appaiono spiccatamente statici. Ma Venezia, con ciò, poneva in essere una assimilazione? Senza dubbio la « similitudine » di vita (economica) e il cointeresse assorbivano le forze demografiche straniere producendo una forza centralizza-trice, propria del regime statale. L’Hauriou ha acutamente osservato come « la force centralisatrice propre au regime d’État a reposé, dès le début, sur ce que, en langage philosopliique, on appelle les similitudes des hommes, et est en relation directe avec l’assimilation plus ou moins grande des individus » (Principes de droit public, p. 597). Ma egli non ha completato il concetto. È evidente l’enorme importanza della assimilazione economica che, più chiaramente, vorrei chiamare della similitudine economica. La similitudine economica realizzata e propugnata nei confronti dei popoli appartenenti alle più diverse razze rappresenta un mezzo fondamentale perchè essi si avvincano alla vita di altri popoli. Ora, Venezia ha indubbiamente perseguito ed utilizzato la similitudine economica, ben diversa, mi sembra, daH’assjmiZazione politica. Si può però trovare una netta linea di separazione ? È difficile. Certo è che utilizzando la similitudine economica Venezia poneva in essere un completo metodo il quale non intaccava, con un assorbimento vero e proprio di forze non venete, la integrità dell’organismo politico veneziano, nè, d’altro canto e per altro verso, operava sovrapponendosi alle forze straniere, sospingendole prima e dominandole poi. A questo riguardo possiamo affermare che l’assimilazione economica realizzata con un metodo di sovrapposizione non riveste utilità per il tipo di colonia commerciale e può essere giustificata soltanto se transitoria ovvero promossa allo scopo di organizzare elementi che, se lasciati isolati, non sanno o non possono agire validamente nè per sè nè pel gruppo metropolitano. Raggiunte le foci, il corso inevitabilmente si indirizza ad esse. In linea generale, nella fase ascendente e centrale della storia di Venezia, un interesse economico ad una sovrapposizione non esisteva, in quanto l’Oriente serbava un grado di civiltà assai notevole e in quanto le forze demografiche — quasi esclusivamente di una città — erano impari a svolgere un processo di espansione in grande stile sopra un immenso settore delle terre orientali.