— 9 — Si delinea ora più chiaramente e prende risalto qui una tra le cause prime della potenza veneta, i cui fondatori seppero, con una genialità acuta e viva, dar vita ad uno Stato che avrebbe potuto adergersi anche di fronte a tutta l’Europa centrale; perchè infatti anche la vastità del mondo germanico steso fin quasi ai margini marini della Repubblica rappresentava quell’incentivo che segnava la necessità di dar vita ad un organismo giuridico e politico opposto, capace di divenire un saldo baluardo dell’Italia medioevale e moderna. Ma che cosa sarebbe successo se un altro accentramento o altri accentramenti fossero sorti accanto? Semplicemente si sarebbe frazionato un monopolio; la domanda di alcuni beni sarebbe diminuita diramandosi e dirigendosi verso altri accentramenti concorrenti; sarebbe diminuita la potenza economica veneziana, sebbene dominatrice della via naturale dei traffici orientali. Solo un altro Comune marittimo, altrettanto glorioso nella storia d’Italia, Genova, poteva seriamente condurre, per la sua posizione (vicinanza della società franco-germanica), una lotta che tendesse validamente a diminuire la potenza veneziana lungo le vie della Germania occidentale, della Svizzera, della Francia, seguendo una linea di espansione (metropolitana e coloniale) in grande stile simile a quella di Venezia, città, questa, posta però in una posizione più favorevole tra l’Europa centrale e l’Oriente (1). L’unione su una base giuridica con un accentramento diverso si poteva, allora, appena basare su un difficile « modus vivendi », su una divisione di espansione; non mai su una vera unione che, per attuarsi praticamente, avrebbe dovuto sorpassare l’ostacolo terriero, il quale inevitabilmente avrebbe inghiottito ogni qualsiasi potente accentramento a danno del sistema cittadino ed a tutto vantaggio della società straniera organizzata sulla terra. Nella città comunale che, in fondo, si irrobustiva corazzandosi di gelosa indipendenza, difendendosi e crescendo, era allora il primo germe dell’Italia moderna, una vera parte dell’Italia moderna, una parte la quale mai si sarebbe, appena costruita, dispersa in un moto impossibile, pericoloso, del tutto inutile. Bisognava però anche staccare economicamente la metropoli non solo da potenti accentramenti vicini, ma da altri, più piccoli, lontani; non pericolosi, finché di moderata entità demografica, la quale nulla poteva togliere alla saldezza della metropoli, ove veniva concentrato un massimo di vite umane, predominante sugli altri accentramenti minori. (1) L’assorbimento degli accentramenti comunali è violento; l’isolamento è fomite di grandezza; la difesa dell’isolamento rappresenta la garanzia per mantenere una situazione di potenza.