— 64 — si badi, nello svolgimento del fenomeno comunale, voluta spontaneamente dal singolo nell’intento di raggiungere un maggior grado di libertà. Non è la società che si lega al cittadino; ma è il cittadino che rianima, perchè gli conviene, la società: l’individuo isolato è quasi una pietra staccata d’un edificio : nè ha elementi per una propria qualsiasi costruzione, nè partecipa più ad un edificio che è leso, anzi, dal suo distacco. Quanto e come giustamente gelosi dovessero rivelarsi questi primi nuclei sociali per raggiungere uno scopo economico di difesa, forse nessuno ha compiutamente detto e sopratutto giustificato; ma le corazze che serravano i nuclei più antichi e ci sembrano oggi barriere ingiuste e irragionevoli erano invece quelle che impedivano il crollo di una società attiva, robusta, ma indubbiamente giovane, che, appena formata, mai doveva ricadere rompendo i primi più saldi legami che creavano la base dello Stato. Così l’interesse alla saldezza ed alla floridezza delle prime aziende economiche (tra le quali si deve mettere la famiglia veneta) si percuote sul regime economico delle famiglie stesse, i cui componenti sono soggetti ad un diritto matrimoniale, che certamente è tra i più ingegnosi ed efficaci per serbare ed anzi accrescere la saldezza economica delle famiglie venete evitando dannose dispersioni di ricchezza (1). Ma è pure l’individualità, sempre difesa dall’azione legislativa messa a confronto con i più gravi problemi, quel carattere che impedisce pericolose coalizioni d’interessi che spostano l’equilibrio dello Stato, il quale deve agire con forze eguali irradiate nei più lontani paesi. L’eguaglianza giuridica inter-famigliare rappresenta infatti la barriera che, impedendo reciproci superamenti, arresta (1) Il fenomeno dell’accentramento, inteso in senso più vasto, si percuote sulla formazione della ricchezza mobiliare e sul capitale mobiliare, di enorme valore per una società internazionale possedente limitatissimi mezzi di lavoro. La formazione di un capitale relativamente vasto costituisce la piattaforma sulla quale i nuclei minori e la famiglia veneta operano; serbare l’integrità del capitale significa la garanzia che la società possa operare. Un regime egualitario avrebbe sì migliorato le condizioni di vita del cittadino, ma avrebbe pure limitato correlativamente l’influenza dei nuclei che dovevano svolgere la loro azione fuori della città. Appunto un largo margine economico a disposizione di forti nuclei minori poteva condurre questi a svolgere imprese veramente in grande stile neH’interesse generale: non già un margine appena sensibile per quanto diffuso e comune a tutti i cittadini. Si badi che allora la formazione del capitale, la cui integrità si voleva giustamente serbare, aderiva veramente all’intraprendenza ed all’incessante attività di coloro che ne erano titolari; il capitale non rappresentava un fenomeno che si staccava dal lavoro. Francesco Filelfo parlando dei veneti diceva che essi « nunquam se beneficio vinci patiantur, sed officium semper officio cumulent, et maximopere promereri studeant ».