— 159 — Indiano, ovunque, si può dire, si fosse potuto ancora trovare tale vuoto. Venezia insegnava, anche quando le nazioni occidentali perseguivano raffermazione delle Compagnie coloniali, le quali non potevano trovare un campo d’impiego veramente redditizio ed ottenere sempre grossi guadagni nell’Oriente mediterraneo, ormai trasformato, ma bensì altrove, nelle Americhe e nelle Indie. Che cosa era infatti la Compagnia coloniale ? La Compagnia coloniale era una societas; era un gruppo accentrato di uomini, munito di altissima autonomia politica e giuridica, potentemente aiutato dalle risorse della metropoli che ad esso forniva vasti appoggi capitalistici e mezzi industriali; essa rappresentava il tipo di colonia moderna più vicino alla colonia cittadina antica. Noi forse ricordiamo, a questo proposito, la societas coloniale, una delle forze fondamentali con cui la primissima Venezia operava in Levante, e ricordiamo Genova, il cui diritto ci delinea tipi assai perfetti di Compagnie coloniali, tra cui è celebre quella del Banco di S. Giorgio; ma queste potenti Compagnie operavano proficuamente, come gangli di assorbimento, di diffusione e di produzione in Oriente, quando sussisteva un terreno propizio al persistere del fenomeno cittadino (1). Anche la « societas » coloniale ora doveva innalzarsi, rinvigorirsi con la linfa industriale, se voleva prevalere ! Un ambasciatore veneziano propugnava, alla fine del ’600, quali rimedi efficaci al riforire del commercio della Repubblica, una maggiore stabilità delle cariche governative (2) e Verezione di Compagnie. Egli portava l’esempio delle « Nationi le quali hanno in brevissimo giro d’anni acquistato con tal mezzo il Dominio dei Mari, et uniti i termini estremi del Sol cadente al nascente », e che, avendo stretto un tempo, con un nodo bene inteso, l’economia e la politica, avevano raggiunto ed acquistato « ricchezze e smisurate grandezze ». Egli aveva ragione. Ma non scorgeva, fisso ai bagliori del passato, se Venezia potesse o meno animare una specie di colonizzazione di questo tipo. Troppi poi erano i problemi economici della conservazione e della difesa di Venezia, troppo dilatato lo Stato veneto, troppo sospinta era, da secoli, la Repubblica verso un settore dell’Oriente, perchè Venezia si ritraesse mutando la rotta tradizionale della sua (1) In Olanda si organizzano le prime Compagnie come veri e propri eserciti; qualcuna è amministrata da un gruppo di cittadini, viene ripartita in collegi, e posta sotto l’alta sorveglianza di un comitato di 17 direttori nominati dagli Stati Generali, scelti su una lista presentata dai mercanti delle provincie. (2) Relazione Giovanni Morosini da Costantinopoli (1680). Egli diceva: « non prende radice la pianta, che spesso trasportasi ».