— 68 — che si allacciano alla vita operosa dei capisaldi estremi, guidati normalmente dal loro semplice interesse (1). 2. — Ma questo interesse alla società dei veneziani antichi non era soltanto quello che realizzava tipiche forme associative nei capisaldi e tra gli estremi capisaldi; esso andava più oltre, perchè Venezia teneva la parte centrale di una catena, che non finiva già limitata dai capisaldi opposti, ma si perdeva, da un lato, verso le infuocate terre dell’Oriente e, dall'altro, verso le brumose terre del settentrione d’Europa. Due seguiti opposti, quindi, di una stessa catena (d’interessi), tanti anelli la cui robustezza si ripercuoteva nella funzione, subito danneggiata se, in un punto, gli anelli si fossero strappati. Il solco veneziano corrodeva barriere di nazionalità, agiva con gli stessi popoli stranieri, rigava regioni, isole, continenti, solidamente segnato da un seguito d’interessi collegati tra loro, animati e sospinti agli inizi e nei punti di maggiore importanza dall’elemento veneto, che segnava l’ultima méta; ma ai capisaldi non si arrestava, perchè, da un verso, si iniziava un intenso lavoro di raccolta di merci e, dall’altro, un correlativo lavoro per la diffusione delle stesse. Mai potremo dimenticare che la pagina della storia economica in Oriente, intorno al mille, segna una lotta per trovare e conservare le foci delle ricchezze che dovranno espandersi nell’Europa e per occupare ed assicurare così alle città europee regioni che producono beni soprattutto lavorati (2). Quando però Venezia riesce ad impadronirsi di una rete estesissima di raccolta, che sostiene in Oriente altri seguiti e correnti di ricchezze operando un confronto essenziale e decisivo (ed essenziale e decisivo soprattutto per la prosperità di moltissimi popoli orientali), essa ben può dire che la sua influenza economica, misurata dalla sua importanza per la vita di quei popoli, raggiunge l’aspetto di una sovranità indiretta, formante quasi un (1) Interesse che, se veramente immanente, persistendo nel tempo, corrode la nazionalità dei popoli stranieri. Si badi però che l’esistenza di un seguito di società ristrette (che vorrei chiamare « staccate » e non « primitive ») favorisce in maniera decisiva l’allacciamento dei più lontani capisaldi. L’isolamento, che le domina, le separa pure dal loro ceppo orginario nazionale, che può vivere seguendo una vita economica opposta. (2) I veneziani, ad esempio, dopo la conquista di Costantinopoli si attribuivano anche la parte del Peloponneso ove fiorivano le più pregiate manifatture, soprattutto quelle della seta. Il Vaissette (Hist. de Languedoc. t. II), citato dal Pardessus (Collection des lois maritimes), ha osservato che, fino al sec. XIV, le principalissime merci asiatiche avevano in Europa prezzi enormi, anche in un’epoca, dunque, in cui le relazioni erano meglio stabilite, ed in cui esisteva pure una maggiore concorrenza tra i commercianti. Era ancora possibile sfruttare il confronto famoso. Ma per poco ancóra. Alcuni commercianti sentivano però la necessità ,per sostenere artificiosamente i prezzi in Europa, di spargere favole sui mezzi di produzione delle merci provenienti dall’Asia.