— 82 — Il fatto poi che i nuclei coloniali e le città coloniali siano elementi della metropoli, debbano provvedere alla loro vita e si trovino in posizioni geografiche le più opposte ci permette di chiarire come, affermata anche la prevalenza metropolitana sui nuclei d’oltremare, sia possibile lo sviluppo di un regime protettivo non unico, ma differenziale, nei rapporti con la madre patria. Un relativo vasto margine di libertà costituzionale è il risultato, in fondo, del più esteso fenomeno della fondazione dei « Comuni » italiani in Oriente, « Comuni » i quali rappresentano il risultato d’una fase politica evolutiva più ampia. È il fenomeno economico quello che può poi aiutarci a comprendere, sotto altro aspetto, il movimento d’emigrazione coloniale che si risolve in un « distacco » dalla madre patria (1). Ricompensare, onorare, innalzare coloro che sulle lontane vie dell’Oriente operano in favore della metropoli rappresenta d’altronde uno dei cardini fondamentali dell’azione legislativa della Repubblica veneziana, garante della « libertas » dei nuclei coloniali ad essa avvinti da un vincolo di fedeltà. Vi è, a rigore, un vincolo di subordinazione, economico dapprima un vincolo di fedeltà, che vorrei chiamare naturale, dei lontanissimi isolati nuclei, la cui opera la città madre ripaga anche con un premio diretto a migliorare la condizione giuridica di cittadini. La loro libertà non è normalmente temibile perchè, da soli, non potrebbero agire; i nuclei vivono sull’alone della grandezza metropolitana; ben può pertanto il colono che parte ricevere vantaggi e speciali segni di protezione che compensino insomma il suo distacco e la privazione del « paterno e dolcissimo nido » (2). Sulla protezione naturale sembra pertanto si possa delineare il vincolo di progressiva subordinazione, che non viene in origine imposta dalla metropoli sui nuclei coloniali, ma da questi viene indirettamente perseguita richiedendo essi alimento e difesa. (1) Se un nucleo si stacca dalla metropoli, o lo fa per un proprio interesse, o per soddisfare ad un interesse della metropoli. In questo secondo caso, come è avvenuto per Venezia, grande intermediaria tra l’Oriente e l’Europa, la metropoli favorisce il movimento di colonizzazione con speciali vantaggi, « preminenze » e privilegi. Un tardo capitolare, ad es., del 1561 di Gerolamo Priuli (Archivio di Stato di Venezia. Duca di Candia, b. 50) ci dice: « ...noi Nobeli e Feudatari del Ser.mo Principe et Ill.mo Dominio Veneto con molte preminenze et honoratissimi privileggi fussemo disposti nelli tempi passati ad habitare in questa isola di Creta ». « Vi è notissimo quanto benignamente secondo la solita magnificenza sua il Ser.mo Principe con il suo Ill.mo Senato abbia concesso di tempo in tempo molti privileggi alla Nobeltà nostra, acciò li animi nostri siano consolati, e soportino più pacientemente l’absentia dalla nostra felice Patria ». (2) Archivio Stato Venezia, Duca di Candia, b. 50, Ambasceria 1583.