— 99 — sovvertire gli ordinamenti locali, ma non viene assorbito. Si badi che la formazione e la crescita del Comune d’Oriente non vengono dominate infatti dal fenomeno generale de\V accentramento, fenomeno che tipicamente si sviluppa in Italia, ma sono una conseguenza della maturità del processo di accentramento italiano, per cui la crescita del Comune coloniale trae un’unica fonte immediatamente collegata alla situazione italiana. Questo aspetto del movimento ci spiega come e perchè si alimenti una vita veneta, gelosamente aliena dal procedere a regimi differenziali fin tanto che i cittadini coloniali volutamente si serrano entro il fondaco od entro i quartieri. Chi, straniero, penetra in essi, lo fa perchè si assoggetta ad un regime economico che è veneto, traendo vantaggio a partecipare ad una vita veneta, regolata da un diritto che non è suo. Ma, come si vede, il vero problema del governo delle genti straniere non si può dire ancóra sorto. 3. — Se è vero che cittadini e nuclei coloniali operano con un massimo di libertà perchè possiedono mezzi complessi e completi a disposizione, mentre le più diverse cariche e funzioni si accumulano nelle persone degli uomini coloniali, non si può però tralasciare di tener sempre presente come dalla metropoli, ove è concentrata una somma enorme di interessi, partano naturalmente le direttive, su cui si deve basare l’azione politica delle colonie veneziane. Venezia, quale metropoli, non era un fine; ma a lei convergeva un fascio di domande, a cui bisognava provvedere con una azione proporzionata, partente proprio dal punto più sensibile e più adatto a misurarle. Essa dava, quindi, la misura di una pressione, che bisognava comunicare alle colonie perchè queste, successivamente, agissero con vasta autonomia capace di ampliare un esteso raggio di azione economica; imprimeva una intensità all’azione coloniale, moderata praticamente dai nuclei coloniali, messi al contatto della pratica e muniti di una autonomia che proprio li rendeva mobili, adattabili, atti ad avanzare sulle vie più diverse. Tante piccole, purissime colonie venete costellano il Levante; ma, ovunque, al di là di coesioni famigliari e sociali pericolosissime per l’equilibrio interno di un regime di pochi individui, si avverte limpida e sovrana l’idea dello Stato. L individuo è il massimo interesse dell’ente politico; eppure mai esso deve superare l’autorità comune ed essere sovrapposto al benessere comune. Proprio dove, in piccoli ristretti organismi, l’individuo è tutto, e la somma di pochi individui può prevalere irreparabilmente sidl'equilibrio e sull’eguaglianza sociale proporzionata al