— 221 — quanto vive dei bisogni degli altri popoli. L’America si riconosce iniziatrice non solo in Europa, ma perfino nel tradizionale Levante mediterraneo, neH’immediato Oriente che è campo storico europeo. Questo movimento deve essere vigilato. E forse da questo movimento scaturisce un insegnamento prezioso. Di fronte ad un movimento diretto ad Occidente, l’Italia non è un paese marginale, vale a dire, una estrema riva sulla quale necessariamente si accentrano gli interessi dei popoli. La riva è costituita dalle nazioni atlantiche: Inghilterra, Francia, Spagna. Di fronte invece ad un movimento di trasporto di lavoro procedente da ovest e diretto ad Oriente e a Mezzogiorno, l’Italia conserva una buona parte di quella qualità marginale che è un riflesso della potenza economica del Medioevo. Nessuno può affermare che l’Italia, per le progredite condizioni dei mezzi di comunicazione, sia un paese esclusivamente intermediario tra l’Europa centrale e l’Oriente o il Mezzogiorno. Ma nessuno vorrà negare l’importanza delle vie che dall’Europa, attraverso l’Italia, si dirigono verso l’Oriente ed il Mezzogiorno; nessuno vorrà negare l’importanza dell’Italia quale paese vicino, aderente alle grandi vie della navigazione mondiale, capace di influire su di esse e di attrarle. L’Inghilterra, la Francia si sovrappongono all’Italia quasi su una scala piantata nell’Oriente mediterraneo; ma l’Italia è l’unico grande Stato europeo che si sospinge, come potente nucleo nazionale, sulle vie dominate dagli stretti: Bosforo, Suez, Gibilterra. L’economista italiano non è certo il più pessimista. La sua voce deve essere pacata, la sua idea deve rispecchiare un tradizionale equilibrio costruttivo. Nel processo affievolito di scambio, in questa pausa che preme sull’orizzonte della vita coloniale, è ancora l’uomo che personifica e raccoglie le speranze dell’avvenire. Sarà l’uomo a trovare nuovi disquilibri, con la sua sensibilità e la sua azione che si misurano sul bisogno e anche sul dolore. « La scienza e la ricerca scientifica — ha insegnato Guglielmo Marconi — devono anzitutto inspirarsi al concetto che il progresso deve dare lavoro agli uomini, non toglierlo o concentrarlo in pochi, perchè il lavoro è per gli uomini scopo della vita, godimento ed orgoglio ». L’uomo dell’avvenire non si ferma, guarda più innanzi, nella febbrile ricerca delle possibilità di lavoro e di scambio. Forse i popoli, che nell”800 hanno subito più moderatamente l’avanzare dell’industria, hanno una sensibilità economica più acuta nello sforzo della ricerca, perchè più giovani e liberi dalle preoccupazioni di conservare.