— 80 — volte si trovi in istato di necessità ad unirsi alla vita altrui. Non è pertanto l’essere debitore ciò che vincola il fidelis: l’essere debitore rispecchia già un aspetto esterno e contrattuale; è, invece, il dover subire il valore dell’altrui vita per la prosperità della propria, ciò che rappresenta l’elemento dinamico, consacrato dalla fides, che sempre vivifica e rinnova il patto di alleanza. È tutto un gran patto di alleanza quello che, passato l’urto guerresco, rafforza il cammino ascendente di Venezia, consolidando la sua fortuna in Levante. Il punto estremo a cui guardano i fideles lungo i margini marini oscilla dapprima e si ferma poi, per sempre, sulle poche isole delle lontane lagune adriatiche. Ma è un patto di alleanza da cui, progressivamente e faticosamente, si eleva la potenza veneziana, ascesa, su l’ultimo margine, quasi da una medesima linea che s’innalza verso l’Italia, seguendo le fasi di un processo fattivo che realizza un valore e un interesse per i popoli marini e territoriali dell’Oriente. Quel ferro straniero, che, come dice il Mengozzi, aprendo in Italia aspre ferite, depose il germe fecondo del sentimento della necessità che ciascuno difendesse la propria città, ora rinnovava, sciogliendo da organismi ormai inadatti e provocando l’audacia e la coscienza di sè, le genti marine che intessevano la trama di una colonizzazione : s’infrangeva sì prima un organismo grandioso e pesante, ma poi sorgevano dei nuclei capaci di lanciarsi corazzati sulle vie del mare. I veneziani dovevano agire isolati, non solo in Italia, ma pure in Oriente. Essi erano delle cellule. Essi erano dei germi. E tali germi, parti della metropoli, dominati da un rigorosissimo principio che, per il bisogno di ogni individuo, attribuiva corrispondentemente allo stesso un largo potere politico, dominati quindi da un principio di libertà interna, erano elementi non accessori della città madre, ma parti libere, che, nella città madre, vedevano un aggregato pari. Se l’individuo infatti possiede un massimo valore per la vita di ogni nucleo sociale che si sposta dominato da un ancor più intenso accentramento, il quale favorisce la sua indipendenza e gli conferisce così un largo margine di libertà, è su tale prima base che si disegnano e si possono ricostruire la storia e lo svolgimento primo dei più antichi ordinamenti coloniali veneziani. Massimo accentramento, dunque, per potere, nei limiti delle circostanze, serbare al singolo un alto grado di libertà giuridica; senso vivissimo di collaborazione tra i nuclei di fideles veneziani o stranieri, congiunto ad un senso di parità nei rapporti con la città madre; libertà favorita da una vasta base de-