— 223 — lontane, aveva vita stentata! Essi hanno rovinato i capisaldi dello scambio colmando male, sul posto, un disquilibrio economico; essi hanno contribuito ad estendere una zona economica grigia, a fomentare l’identità economica di individui indigeni, che meglio avrebbero operato se diretti nel senso tradizionale e proprio. Diciamo la verità : le zone grigie attorno alle quali si costruisce la muraglia che impedisce lo scambio danno un senso di sufficienza, ma anche di incompiutezza e di malessere. Non vi sono, infatti, elementi primi che prosperano su un terreno adatto; i colori nel trasporto divengono scialbi, non serbano il loro splendore e la loro vivezza sotto altro orizzonte; l’opera raggiunge un grado sulla via della perfezione, ma non è completa, non potrà mai essere completa. Queste zone grigie rovinano lo scambio sano, ottengono effetti immediati, ma sempre incompleti; l’uomo, sia indigeno sia europeo, si allontana dalla natura propria, cambia mestiere, vive su un terreno nuovo costruendo presto una muraglia verso la patria di origine. L’europeo e l’indigeno troncano così un ramo robusto per costruire un ramo che ha sviluppo celere ma anche vita stentata, perchè le linfe, tratte da un terreno non naturale, non sono pure. Spesso l’uomo ha colmato troppo presto e male il distacco, che è la ragione dello scambio, troppo presto ha contribuito a distruggere quelle linee di separazione naturali che sono la garanzia del moto economico. L’individualismo economico che mira a guadagni immediati, che mira al futuro immediato, ha pure una parte di colpa. Non bisogna dimenticare, infatti, che il concetto puro di scambio con la metropoli deve dominare colui che si volge verso le terre d’oltremare. Altro è conservare lo scambio, altro è colmare malamente, con un intenso disordinato processo di scambio, i disquilibri economici. Noi forse siamo indirizzati, oggi, verso un separatismo che richiede un assetto perfezionato, integrale nei reggimenti coloniali. Nella lotta della concorrenza economica, le forze simili si debbono unire per ben operare, riducendo gli attriti, riducendo le perdite, affinando la produzione. Credo che il concetto del separatismo economico propugnato dagli antichi Comuni italiani nelle terre del Levante sia seriamente da meditare. Il separatismo economico non è una barriera; è una divisione di attività coordinate poi tra loro per più ben operare. I veneziani antichi si riunivano in un separatismo economico per evitare una dispersione; oggi esso si deve attuare per attutire l’urto di una concorrenza. Il piano è ben più ampio, le proporzioni sono cresciute : grandi accentramenti di popoli, non più modesti, seppur saldi, accentramenti cittadini, rivelano nuove forze e nuove possibilità di vita.