— 51 — Venezia — sorta quasi « in navibus et caveis lignorum » —, entro i limiti delle brevi isole della laguna, quasi unico esempio mondiale che ha singolari riscontri in qualche città dalmata, riduceva al minimo il suo territorio per dar vita esclusivamente ad uno Stato umano, la cui attività creava pure tanti piccoli territori mobilissimi, il valore dei quali dipendeva dalla loro posizione geografica. Che il sistema marittimo veneziano si riallacci storicamente all’assetto romano-orientale è noto: ma è certo che l’espansione marittima di Venezia rappresenta una espansione la quale, in relazione ai risultati vastissimi, lede non solo al minimo l’accentramento basilare della metropoli ma opera per tale accentramento, dando vita ad una miriade di piccoli accentramenti, che, per bene operare, subiscono la necessità di serbare, non solo l’accentramento interno, ma special-mente il legame collaborativo esterno, che tra loro li colleghi, anche in rapporto alla capitale (1). L’accentramento è interno: economico, giuridico, politico; altissima l’autonomia che si accompagna alla necessità di una pronta e propria difesa e di una gelosissima sorveglianza sulle cose, persone e, soprattutto, sulla nave, intesa come complesso unitario, la quale non deve essere alienata, o comunque sottratta alla corrente dei traffici più importanti. Se massimo deve essere l’accentramento demografico nella metropoli — e ciò allo scopo di attuare una forma intensa di collaborazione, che così conduce ad un grado maggiore di libertà —, ogni distacco dall’accentramento basilare non potrà attuarsi, a sua volta, che attraverso un distacco, non di persone isolate, ma di piccoli completi accentramenti, i quali, nelle loro attività, spostate geograficamente, dovranno alimentare l’accentramento base con nuove e continue correnti di prodotti importati. pratutto: estensione) la fonte principale della potenza sia cittadina che nazionale, quando, invece, il territorio costituiva un elemento di valore assai limitato. Ciò è dovuto, in gran parte, al fatto di subire l’influsso delle tendenze odierne nello scrivere la storia, tendenze che, appena ed appunto con l’enorme accrescersi della popolazione territoriale, fanno vedere nel territorio, e, quindi, nella sovranità sullo stesso, mezzi di assoluta preponderanza. È certo che questi errori di prospettiva, che sono poi veramente errori di proporzione, hanno condotto ad accrescere il valore giuridico di ogni organismo politico territoriale a danno, in generale, degli organismi accentrati. A questo riguardo, io penso, meriterebbe una attenta revisione la storia tra Impero e Comuni italiani. (1) La nave opera, in sostanza, entro il raggio di proiezione della metropoli. Secondo lo Jorca, all’azione di fusione e di accentramento di Venezia non è estranea l’azione dell Impero di Bisanzio, che cerca di organizzare più forti capisaldi per la difesa contro gli Arabi. Questa opinione ci conferma la nostra opinione, già esposta, sul sorgere della potenza repubblicana, proprio in relazione alla potenza economica delPIslam (Cfr. Jorca, Les débuts de Venise et Byzance, in Bui. de la section historique dell’Ac. Roumaine, 1931, tomo XVIII).