potuto abitare per qualche breve tempo al Fanar poco dopo il 1453, ma la notizia, nella forma indicata dal De Beylié, appare priva di qualsiasi fondamento storico poiché tutte le informazioni che abbiamo raccolto nel cap. II provano che, dopo la conquista turca, i baili risiedettero prevalentemente a Galata e gli ambasciatori veneziani alla Giudecca a Stambul, e che i sudditi veneziani, come pure gli altri europei trovantisi nella capitale, si raccolsero ben presto nel quartiere di Galata, dove già li troviamo quasi tutti stabiliti alla fine del sec. XV ed al principio del sec. XVI (130). Presso la cosidetta Colonna Bruciata (Cemberli Tash) a Stambul, sul posto dell’antico Foro di Costantino, esisteva poi all’epoca turca il famoso Elei Han (Palazzo degli Ambasciatori), che fu abitato da numerosi inviati europei, specialmente imperiali, (tanto che in un’antica descrizione di Costantinopoli <131) tale edificio è denominato «Teutsche Han»),i quali vi furono spesso tenuti quasi prigionieri: di esso ci hanno lasciato pittoresche descrizioni tra altri l’ambasciatore Busbecq e lo Schweigger, cappellano di un altro ambasciatore cesareo (132). Eretto o ricostruito sulla fine del sec. XV, e posto su una delle principali arterie di Stambul (Divan Yolu), esso era una grande e massiccia costruzione quadrangolare, con un cortile centrale e gallerie che giravano tutt’intorno al primo piano, ove si trovavano le piccole e nude stanze d’abitazione, popolate d’animali d’ogni genere, mentre al pianterreno vi erano le scuderie, cucine e depositi (fig. 167). Secondo Hammer, tale palazzo fu adibito dopo il 1646 a residenza dei rappresentanti degli stati tributari della Porta, Moldavia, Valacchia, Tran-silvania e Ragusa (I33). Gravemente danneggiato nell’incendio del 1865, esso fu demolito alcuni anni dopo ed al suo posto fu poi costruita una tipografia, che esiste tuttora. Anche in questo caso non possiamo escludere che qualche rappresentante veneto abbia alloggiato nell’Elci Han al principio del sec. XVI : ma tali soggiorni, se pure ebbero luogo, non dovettero essere, per i motivi che abbiamo già indicato, nè frequenti nè prolungati. 330