mare: essi giungevano, egli precisa, fino al palazzo imperiale (36). Il palazzo qui ricordato è quello di Top Kapù che era stato costruito da Maometto II ed era allora la sede del sultano, e che è poco distante dalla località ove si trova la Yeni Validé Giamì. Possiamo perciò concludere che gli ambasciatori veneti in quest’epoca, come del resto altri inviati stranieri (37), avevano la loro residenza specialmente nel quartiere ebreo a Stambul, in prossimità del Corno d’Oro, vicino all’antica sede del quartiere veneziano all’epoca bizantina ed a poca distanza dal palazzo del sultano e dalla Porta (38). Abbiamo parlato fin qui degli inviati veneti alla Porta. Ci basti accennare che furono frequenti in quest’epoca anche le missioni turche a Venezia per annunziare vittorie di sultani, comunicare che un nuovo sultanto era salito al trono, condurre trattative di tregua o di pace, od anche cercare di ottenere informazioni sulla politica della repubblica. Il Sanuto ci ha conservato dei vivaci ritratti di questi inviati, con pittoreschi e minuti particolari. Alcuni di essi, come risulta dal Sanuto, furono alloggiati in Venezia alla Giu-decca (39), curiosa coincidenza di nome con quello della località dove alloggiavano di solito gli ambasciatori veneti a Stambul. Chiarita così la questione della residenza degli inviati veneti, diamo rapidamente uno sguardo ai principali avvenimenti politici svoltisi in quest’epoca in Oriente, con riguardo specialmente a Venezia. Questo periodo è caratterizzato dall’espansione formidabile del dominio turco: la forza travolgente che aveva condotto i turchi alla conquista di Costantinopoli continuò a manifestarsi portando sempre più innanzi i confini dell’impero. Il Peloponneso, la Moldavia, la Valacchia ed altre terre erano state già invase da Maometto II; nel 1516 il sultano Selim conquistò l’Egitto ; nel 1521 Solimano occupò Belgrado ; nel 1522 Rodi fu tolta ai cavalieri di S. Giovanni ; nel 1526 venne conquistata Budapest ; nel 1529 Solimano giunse sotto le mura di Vienna. Dovendo la repubblica provvedere a tutelare i numerosi possessi veneziani in Levante, come pure a mantenere i rapporti commerciali con le regioni che facevano ormai parte dell’impero ottomano ; data l’impossibilità di opporsi ai progressi turchi, sia da sola che sotto forma di coalizione dei principi dell’Europa, profondamente divisi e spesso in fiere lotte fra loro ; sovente coinvolta essa stessa in aspre guerre in Italia e minacciata nei suoi possessi di terraferma, Venezia non poteva avere che una politica verso il Turco, fatta di vigilanza e di conciliazione, intesa a mantenere con esso, pur salvaguardando la sua dignità, i buoni rapporti e la pace. Vediamo perciò la repubblica rifiutare spesso di entrare in sterili alleanze contro il sultano, tentate solo, e con poco successo, quando si trovava minacciata e, contro il suo volere, in lotta col Turco ; mantenersi neutrale quando i sultani compivano le loro conquiste, come durante l’assedio di Rodi ; inviare formali ambascerie a con- 43