l’acutezza del freddo, giaciati li fiumi, basso et umido il terreno all’intorno, in somma la città è esposta e scoperta all’ ingiurie de venti e della tramontana ; assicurando l’E. E. V. V. che li più forti e robusti non possono ressistere all’inclemenza di questo disuguale e torbido cielo» (122). L’ambasciatore francese era alloggiato a Bosna Kòi, modesto villaggio abitato da greci, posto in una isoletta formata da due rami della Maritza. All’ambasciatore inglese Finch fu assegnato come alloggio nel 1675 una casa nel quartiere ebreo, il quale era spesso prescelto come dimora per gli stranieri, preferendosi di far sloggiare un ebreo piuttosto che un musulmano quando occorreva trovar posto per un infedele : anche il Nointel vi aveva abitato nel 1671 (123). Il reverendo John Covel, che accompagnava il Finch, uscì in violente esclamazioni al vederla : « The house — egli scrisse nel suo diario — was thè damn’dest, confounded place that ever mortali was put into: it was a Jewes house, not half big enough to hold half my Lord’s family—a mere nest of fìeas and cimici and rats and mice and stench » (124). Nell’estate del 1670 l’ambasciatore Alvise da Molin aveva invece abitato, col suo seguito, in quattro case di greci poste entro le mura deila città antica. I rappresentanti stranieri che si trovavano ad Adrianopoli scambiavano fra loro visite e cortesie, ed il Galland ne fa spesso menzione (125). Il viaggio di una carovana tra Costantinopoli ed Adrianopoli durava sei giorni ed anche più. Il bagaglio, i mobili, i letti, il vasellame, le provvigioni e gli altri oggetti occorrenti nella nuova provvisoria residenza erano trasportati su carri che, quando scarseggiavano i cavalli ed i muli, erano trainati da bufali: settanta carri, quindici cavalli, una carrozza, ed una lettiga per uso dell’ambasciatore, costituivano la carovana del Molin quando si recò ad Adrianopoli nella predetta occasione, e trenta carri ed alcuni cavalli quella del Querini quando ripartì da Adrianopoli nel maggio 1672 (12e). Il bailo viaggiava a cavallo, o in carrozza, o lettiga, quando lo richiedeva l’età o lo stato di salute, col suo seguito di dragomanni, domestici e giannizzeri, e talvolta di gentiluomini che lo accompagnavano per curiosità ed istruzione. Alla partenza, sia da Costantinopoli che da Adrianopoli, veniva accompagnato fino ad una certa distanza dalla città dai mercanti veneziani che gli facevano scorta d’onore: i mercanti gli venivano pure incontro all’arrivo. I vari rappresentanti esteri si avvertivano l’un l’altro quando stavano per intraprendere il viaggio e si incaricavano di commissioni per conto dei colleghi. Durante il viaggio, non sempre privo di pericoli, i viaggiatori sostavano di notte sotto tende, o in case private o nei caravanserragli distribuiti lungo la via, ove trovavano un provvisorio ricovero in condizioni assai primitive (127). 229