Durante il primo soggiorno a Costantinopoli lo Zen, come abbiamo già accennato, assistette ad alcune grandi feste fatte nel febbraio 1524 dai mercanti fiorentini (47) e veneziani di Pera. Il Sanuto ci riporta una lunga lettera del figlio dell’ ambasciatore che ne dà una minuta descrizione e che ci piace riassumere perchè offre una viva immagine dei costumi dell’epoca nelle colonie italiane in Levante. Tredici mercanti veneziani, racconta il cronista, avevano formato una compagnia intitolata «i moderati », con una pittoresca uniforme : le calze per metà scarlatte e per metà ££§>| paonazze ed il vestito ver-de e cremesino con bottoni frjOn w irli il«* 4 d’oro. Essi avevano fatto 1 Sr ^ , celebrare una messa solen- ne nella chiesa di S. Pietro I 7 - C. Vecellio: Abito degli europei di Costantinopoli (sec. XVI) ^ Galata ed ordinato Cene (< chiamati Franchi perchè non sono schiavi »). fastose come si faceva a Venezia. I fiorentini deliberarono allora di fare a loro volta una festa pubblica e prepararono all’uopo una vasta sala che venne rivestita di panni d’oro : nel soffitto era stato rappresentato un cielo stellato d’oro, avente da un lato il sole e dall’altro la luna ed in mezzo una grande arma del pontefice che era Clemente VII, di casa Medici. Due giorni prima della festa i fiorentini si recarono ad invitare l’ambasciatore veneto. Questi era da un lato poco propenso ad accettare l’invito, sia perchè temeva il contagio della peste, sia per l’età avanzata che non gli permetteva di stare alzato fino a tarda notte. D’altro canto gli doleva di non accedere alle cortesi preghiere che gli venivano rivolte: finì quindi coll’accettare. Il giorno della festa, l’ambasciatore fu condotto dai 50