cod. Barb. lat. 5522, copia completa: un’altra copia è indicata nell’ Elenco dei mss. veneti della collezione Phillipps in Cheltenham, di C. Castellani, Venezia, 1890, n.° 429) ; di Marco Venier (conservata in due minute diverse nel Museo Civ. di Venezia, cod. Donà 146), e della seconda ambasceria di Jacopo Soranzo nel 1582 (Venezia, Arch. di Stato, Relazioni, B. 5). Per Andrea Foscolo, cfr. cod. it. cl. VI, n. 277, alla Marciana. Preziose informazioni circa i mss., esistenti in biblioteche italiane e straniere, delle relazioni, edite ed inedite, degli ambasciatori veneti, erano state raccolte da A. Segarizzi: esse sono conservate in apposite schede presso la direzione della Bibl. Querini Stampalia a Venezia. Una relazione di Girolamo Cappello è indicata come esistente nella Bibl. Naz. di Parigi (Suppl. frane., 2851). (5) Per il sec. XVI, i nomi dei dragomanni e giovani di lingua sono ricavati specialmente dalle Relazioni, nonché da alcuni atti conservati nell’Arch. proprio del Bailo, B. 318, presso l’Arch. di Stato di Venezia. Abbiamo trascritto in modo più che possibile uniforme i vari nomi, che sono spesso indicati in modo leggermente diverso, e cercato di completare i nomi stessi sulla base delle informazioni fornite dai vari documenti ; ad es. il nome Gianesino (che era della famiglia Saivago) è talvolta scritto anche Genesino, Zanesin, Zanettino o Tenesino, e per il cognome Marucini troviamo talvolta anche le forme Mauroceno, Mauroceni e Mauresini. I nomi sopra indicati comprendono le varie categorie di dragomanni, ossia il dragomanno grande (come ad es. Francesco di Negro-ponte, il quale era di origine genovese, Marco de’ Scassi e Stefano Gioveni), il dragomanno piccolo (come Pasquale Navone) ed il dragomanno da strada (come Matteca Saivago). L’ordine in cui sono da noi riprodotti i nomi dei dragomanni e dei giovani di lingua non ha un significato speciale, perchè i nomi stessi sono indicati nei documenti in ordine non uniforme. Circa l'arresto fatto dai turchi, all’epoca di Daniele Barbarigo, di P. Maruffo, (che fu anche maestro dei giovani di lingua), cfr. Alberi, II, 55; abbiamo già accennato alla detenzione di Marco de’ Scassi, all’epoca di Nicolò Barbarigo; per quanto concerne l’arresto di C. Bruti nel 1587, a richiesta di un suddito ottomano che pretendeva tenerlo responsabile della perdita di alcune merci inviate a Venezia, e la sua liberazione in seguito all’intervento del bailo Bernardo, cfr. Regesti dei Commemoriali, VII, p. 48, n.° 24. (6) Le date sono tolte dai dispacci conservati nell’Arch. di Stato di Venezia e comprendono anche il periodo del viaggio; cfr. anche l’elenco in B. B., I, 7 segg. Per alcune relazioni inedite, relative a questo secolo, cfr. le già cit. schede Segarizzi presso la Bibl. Querini Stampalia di Venezia. (7) Il movimentato servizio prestato durante la guerra di Candia dai dragomanni è così indicato dal bailo Querini in un all. al disp. da Adrianopoli 22 febbraio 1672, F. 156: «Cristoforo Tarsia, tormentato in tempo dell’Ecc.1110 Sig.r Cav.r Soranzo Bailo, et hora per le sue indisposi-tioni reso inhabile. Ambroso Grillo, strozzato il padre in tempo dello stesso Ecc.m° Cav.1' Soranzo; servendo 1’ Ecc.mo S.r Canc.r Grande Ballarino prigione in Andrinopoli, et 1’ Ecc.mo Cav.r Amb.r Molin in Canea. Giovanni Piron, servì il suddetto Ecc.mo Cane.1 Grande Ballarin in Andrinopoli et in Morea. Cristoforo Brutti, servì l’Ecc.mo Cav.r Proc.r Capello et Ballarin in Andrinopoli. Tomaso Tarsia, servì li Seg.riJ Padavin, Giavarina e Cavalli in Candia, et hora servì l’Ecc.mo Cav.1' Proc.r Commissario Nani in Dalmatia. Giacomo Tarsia, servì 1’Ecc.mo Amb.r Molin a Larissa, et il Secre-tario Capello in Andrinopoli. Pasqua Naon, è stato custode della casa, et gode per gratia il proto-gierato. Tomaso Naon, ricevuto in casa dall’Ecc.mo Amb.r Molin». Lo stesso bailo indica in un allegato al disp. 11 giugno 1672, n. 42, F. 156, i crediti spettanti dopo la guerra ai dragomanni e ad altri stipendiati del bailaggio, dei quali dà un elenco. Tra essi vi sono, oltre ai dragomanni e giovani di lingua già indicati, il giovane di lingua Leonardo Tarsia (che non era più vivente), Giov. Massellini già medico di casa, lo speziale Antonio Livistro, varie donne delle famiglie Grillo, Borisi, Scocardi, e Gioia Saivago. Una rassegna dei dragomanni e giovani di lingua è fatta dal Querini in un documento, datato 26 luglio 1676, che si conserva nell’Arch. di Stato di Venezia, Relazioni, B. 7, e da G. Morosini nel disp. 31 gennaio 1676 (m. v.), n. 43, F. 159. Quando il Magni giunse a Costantinopoli, il bailo Querini si trovava ad Adrianopoli col dragomanno Ambrogio Grillo, ed il bailaggio era retto provvisoriamente dal dragomanno Cristoforo Tarsia, che viene così descritto dal nostro viaggiatore: «questo Signore è nato in Capo d’Istria, uscito da famiglia riguardevole, fu inviato da giovine, conforme il consueto, per istruirsi nella lingua, e pratticarsi nell’esercizio d’interprete: ha fatto tal riuscita, che servirà per norma a tutt’i posteri in simile impiego ; versato nella lingua in forma che può leggerne in catedra, benemerito poi per 424