perchè nel 1584 fu accusato di aver palesato segreti di stato al granduca di Toscana, Francesco de’ Medici, per ottenerne l’appoggio allo scopo di essere eletto cardinale. Arrestato per ordine del Consiglio dei Dieci, egli fu condannato a perpetuo confino a Capodistria e privato di ogni carica e dignità; sulla fine del 1586 fu però autorizzato a tornare in patria, ove morì nel I599 ». Giovan Carlo Saraceni, nel dedicare al Soranzo nel 1589 la sua traduzione dal latino in italiano delle Storie di Natale Conti, faceva un’apologia dell’opera multiforme di questo ambasciatore e ricordava tra l’altro che al Soranzo, ambasciatore presso la corte papale,' Pio IV aveva fatto nel 1564 il magnifico dono del palazzo di S. Marco in Roma per essere adibito al servizio della repubblica : in cambio di esso la repubblica aveva ceduto al nunzio apostolico a Venezia un palazzo situato a S. Francesco della Vigna, che aveva appartenuto al doge Andrea Gritti. Troviamo così nella persona del Soranzo, che ricevette dal Papa il palazzo di Venezia in Roma ed abitò nel palazzo di Venezia in Costantinopoli, un suggestivo ravvicinamento tra le due storiche sedi della diplomazia veneziana, per quanto diverse tra loro special-mente dal punto di vista artistico. Oltre al Soranzo del resto, numerosi altri inviati veneti a Costantinopoli, in questo e nei secoli successivi, ebbero occasione, prima o dopo la loro missione in Turchia, di rappresentare la repubblica presso la corte di Roma (93). Numerose ambascerie aveva sostenuto Gianfrancesco Morosini prima di essere nominato bailo a Costantinopoli, ove ebbe una missione abbastanza tranquilla pur essendogli toccato di risolvere, con lunghi e delicati negoziati, un incidente provocato dalla cattura di un convoglio turco. Nel corso del suo soggiorno in Turchia il Morosini tentò anche, assieme all’ambasciatore di Francia, di impedire od ostacolare la penetrazione commerciale e religiosa degli inglesi in Levante, perseguendo d’altro canto l’ideale dell’unione della chiesa greca con la latina. Essendo rimasta vacante la sede vescovile di Brescia, dignità di solito occupata da un veneziano, il pontefice fece cadere su di lui la sua scelta. Poco dopo il Morosini fu destinato nunzio apostolico in Francia e successivamente venne creato cardinale e legato. Dopo la difficile missione svolta a Parigi, egli fece ritorno a Brescia, dove potè dedicarsi per vari anni al suo apostolato: ivi egli morì nel 1596 ed ivi volle essere seppellito. Vari anni prima, nel 1561, anche l’ex bailo Bernardo Novagero era stato nominato cardinale, e poco dopo vescovo di Verona e legato papale al concilio di Trento t94). La storia dei baili veneti a Costantinopoli conta sulla fine del ’500 un triste per quanto raro incidente nel quale fu travolto l’onore e la vita del 118