Quando lo Zulian lasciò a sua volta Costantinopoli, nel 1788, si accompagnò a lui l’abate G. B. Casti, che si era recato colà col nuovo bailo Fosca-rini per una rapida visita al Levante. « Dopo la permanenza d’una ventina di giorni in Costantinopoli — egli scrive — il dì 7 novembre partii da quel porto col vecchio bajlo Giuliani, che a molte rispettabili doti dell’animo e del cuore congiunge instruzione, buon gusto e discernimento nelle belle arti e nella letteratura, e in quattro giorni giungemmo felicemente in Smime.... ». Il successivo tragitto fu tormentato da violente tempeste tanto che i viaggiatori furono obbligati a scendere a terra a Zara, dove furono organizzate in loro onore feste, conviti, accademie, conversazioni e balli con l’intervento di tutte le dame e dei principali abitanti della città. Nonostante le peripezie della traversata, il Casti non manca però di rilevare i vantaggi procuratigli dal viaggiare con lo Zulian : « con un bajlo poi si va non solo con tutti i comodi e sicurezze possibili, ma anche con un’aria di lusso e di signoria che accompagna un rappresentante, e un membro nel tempo stesso della pubblica autorità » ("). Il Foscarini, che fu nominato anche ambasciatore straordinario, con decreto del senato in data 12 settembre 1789, per l’assunzione al trono di Selim III, sembra sia stato meno popolare dello Zulian tra i suoi colleghi di Costantinopoli. Pochi anni dopo la sua missione in Turchia, nel maggio 1796, toccò a lui, che era d’animo mite e debole, di essere nominato provveditore generale in Terraferma e di dover trattare col vittorioso Bonaparte prima dell’occupazione francese di Verona: egli fu esonerato da quell’incarico nel luglio dello stesso anno, essendo ritenuto impari al grave compito (10°). Nel viaggio di andata a Costantinopoli, il Foscarini era stato accompagnato, oltreché dal Casti, da Pietro Zaguri, patrizio sfaccendato e pettegolo e mediocre letterato, ora noto specialmente per il suo epistolario con Giacomo Casanova ; lo Zaguri, a differenza del Casti, si trattenne per quasi due anni nella capitale ottomana, ospite del Foscarini nel bailaggio. Egli si mostra assai contento del suo soggiorno a Pera, e sembra abbia ottenuto un grande successo nella società locale, stringendo rapporti con i principali personaggi, specialmente con l’ambasciatore di Francia Choiseul-Gouffier. In una sua lettera al Casanova del novembre 1788, egli accenna anche al grande ballo dato nel palazzo nel giorno del solenne ingresso ufficiale del Foscarini, ed alla parte da lui avuta durante il trattenimento: « Io ho le mie camere così decentemente accomodate di tali stampe e disegni — egli scrive, — ed anche di mobili e libri scielti ornate, che per gran tratto della festa dovetti ricevere dame e signori, cioè ambasciatori e ministri, e fu brillantissima e letteraria conversazione per più di due ore nelle mie camere » (101). Il nuovo bailo Federico Foscari, come ricorda un cronista contempo- 316