l’Arimondo e morì anche un gentiluomo del seguito. L’ambasciatore stesso cadde ammalato durante il viaggio di ritorno e morì la notte stessa del suo arrivo a Venezia (83). Il bailo Foscolo scriveva intanto da Costantinopoli che la prolungata assenza della corte causava grandissimo danno sia ai turchi che ai veneziani della capitale. Ma il sultano, che era allora Bayazid II, si mostrava contento del clima di Adrianopoli e non pensava a tornare i84). Il nuovo sultano Selim si trovava pure ad Adrianopoli nel 1513 e colà dovette nuovamente recarsi un altro ambasciatore, Antonio Giustinian. Anch’egli sbarcò ad Eno e si incontrò poi ad Adrianopoli col vice bailo Nicolò Giustinian. L’ambasciatore eseguì la sua missione, che era di congratularsi col sultano per la sua salita al trono e confermare la pace ed i trattati ; ma, sebbene fosse onorato, venne tenuto sotto stretta sorveglianza, si cercò di abbreviare il suo soggiorno e non gli fu permesso di tornare in patria per via di terra, passando per Ragusa, come avrebbe desiderato (85). Il vice bailo Nicolò Giustinian era ancora ad Adrianopoli nel febbraio 1514 e vi soggiornò pure dal novembre 1515 al gennaio 1516 (86). Nel 1518 il bailo Leonardo Bembo fu invitato dal gran visir a recarsi ad Adrianopoli ; egli era però preoccupato della spesa che tale viaggio avrebbe importato, la quale sarebbe ammontata a trecento ducati ; lo troviamo tuttavia ad Adrianopoli nel dicembre. Il suo soggiorno colà non fu piacevole: vi erano numerosi incidenti da regolare ed egli si sentiva stanco. Nel gennaio successivo scrive che « è in leto, pien di fredo, vento e fastidio ». Sperava che il sultano sarebbe tornato presto a Costantinopoli, anche perchè egli doveva sostenere forti spese stando ad Adrianopoli (87). Poche settimane dopo lo vediamo ammalato e sempre desideroso di tornare a Pera, «per non li comportar l’ajere» di Adrianopoli. Prese finalmente licenza dai pascià, lasciando ad Adrianopoli il cancelliere Antonio Frizier (88). Il nuovo bailo Tommaso Contarmi si trovava pure ad Adrianopoli sulla fine del 1519 ma, poiché vi era colà la peste, avrebbe voluto ritornare a Pera, ciò che fece nel marzo successivo, essendo imminente il ritorno del sultano a Costantinopoli. Nell’estate il sultano tornò di nuovo con la Porta ad Adrianopoli, « e lui li convegnerà andar drio », scrive rassegnato il Contarmi. Morto Selim, e succedutogli Solimano, il Contarmi sollecitò l’invio del bailo che doveva sostituirlo, «perchè l’aere e le aque di Andernopoli li fa mal a star li » (89). Nel 1526 l’ambasciatore e vice bailo Pietro Zen mandò l’interprete Alvise Quarto (90) alla Porta, la quale si trovava in Bulgaria presso il sultano Solimano che era diretto con l’esercito contro l’Ungheria; egli doveva provocare ordini in vari affari, tra cui alcuni che toccavano gli interessi dei religiosi di 5 65