Siamo ormai giunti alla fine dell’esistenza della repubblica veneta. Inspirandosi ancora una volta al criterio politico costantemente seguito nel corso del sec. XVIII, Venezia aveva deciso di mantenersi neutrale nelle guerre tra la Francia e la coalizione europea, iniziatesi dopo lo scoppio della rivoluzione francese, respingendo proposte di alleanza che le venivano fatte dai vari belligeranti, come quella suggerita nel 1796 dalla Francia, per il tramite del bailo Federico Foscari, che avrebbe dovuto comprendere anche la Turchia e la Spagna. Ma tale politica non valse a preservare nè l’integrità nè l’indipendenza della repubblica. Il suo territorio fu invaso dagli eserciti francese ed austriaco ; i francesi provocarono rivoluzioni in alcune città della terraferma, che venne poi staccata dalla capitale ; la repubblica fu fatta bersaglio di accuse di parzialità dall’una e dall’altra delle potenze in lotta ; inutile il gesto compiuto dal Maggior Consiglio il 12 marzo 1797 coll’abolizione dell’antica costituzione aristocratica e l’instaurazione di un governo democratico ; Venezia veniva infine ceduta all’Austria col trattato di Campoformio del 17 ottobre 1797, col territorio della terraferma fino all’Adige, l’Istria e la Dalmazia (mentre Napoleone riservava a sè le Isole Jonie), ed era occupata dall’esercito austriaco il 18 gennaio 1798. Sempre più tragica era andata diventando la condizione dei rappresentanti veneti a Costantinopoli durante il rapido svolgersi di questi avvenimenti : sia di Federico Foscari, che doveva assistere all’entusiasmo con cui a Costantinopoli e negli scali del Levante venivano accolte le notizie dell’occupazione, da parte delle truppe francesi ed austriache, del territorio di quella repubblica che aveva costituito per secoli una barriera all’espansione ottomana in Europa i1) ; sia, specialmente, dell’ultimo bailo Francesco Vendramin. 355