i due leoni che si trovavano ai lati delle finestre sono ora conservati nel Museo di Antichità di Stambul (cfr. Millingen, Byzantìne Const., p. 269 segg.). (61) Per questa terza missione dello Zen, cfr. Sanuto, LIV-LVIII, passim. (62) Cfr. i già cit. codd. contenenti gli elenchi degli ambasciatori, come pure G. Sagredo, Memorie istoriche de’ monarchi ottomani, Venezia, 1679, pag. 250. (83) Un dispaccio diretto dal Canal ai capi del Consiglio dei Dieci l’8 maggio 1538 è spedito dalla Torre del Mar Maggiore, ossia Mar Nero (fig. 24). L’identificazione di tale prigione con Rumeli Hissar è tra l’altro provata dal seguente brano, relativo ad una visita al Bosforo, della relazione di viaggio del Du Fresne-Canaye del 1573: «Venimmo al luogho — scrive in italiano il giovane viaggiatore francese — dove Dario fece un ponte di navi et barche ligate insieme per traghettar in Europa, che non è più largo d’un miglio. Vedemmo poi le horribili torri di Mar Negro dalla banda di Europa, che furon primo edificate da Memet 2 il quale, havendo nell’animo l’impresa di Const., edifici) quella fortezza alla barba del Imperador Greco per retirar quivi la sua gente che di continuo mandava a depredar et scorrer il paese vicino a Const. Hora vi si tengono i schiavi d’importanza con grandissimo pezo di ferri ai piedi et al corpo, senza altro lume che di candele accese, et non si possono mai riscattar con danari.... Dirimpetto a queste torri dalla banda di Natòlia è un altro castello ben fornito d’artilarie, et queste due rocche si possono assimigliar alli castelli di Venetia perchè benché sieno men belli di quelli tengono pure Const. securissima da quella banda et serrano il passo a tutte le barche di Mar Negro » (Le voyage du Levant de Ph. Du Fresne-Canaye, 1573, ed. H. Hauser, Parigi, 1897, p. 247 segg.). Tutto ciò corrisponde a Rumeli Hissar: costruito da Maometto II poco tempo prima della conquista di Costantinopoli, esso è posto sulla costa europea del Bosforo, di fronte al castello detto Anatolì Hissar che si trova invece sulla riva asiatica, nel punto più ristretto del Bosforo ove la tradizione pone il passaggio dell’esercito di Dario. Il Leunclavius rileva a sua volta che i vari nomi di Neocastron, Yeni Hissar, Rumeli Hissar, Karà Kulè e Torri Nere corrispondevano alla stessa località, rispettivamente nel linguaggio dei greci, dei turchi e degli europei; ed osserva anch’egli: « Nuli ibi Bosporus angustior est, quam inter Neocastrum et Anatoli Chisar » (cfr. J. Leunclavius, Annales Sultanorum Othmanidarum, Francoforte, 1588, p. 326 seg., e H. Lewenklalt, Neuwe Chronica Turckischer nation ecc., Francoforte, 1590, p. 266). L’identità di Rumeli Hissar con le Torri del Mar Nero è confermata anche dalla carta del Bosforo contenuta nella relazione di viaggio di L. des Hayes de Courmenin: in corrispondenza all’attuale Rumeli Hissar è infatti ivi indicato il « Chasteau appellé les tours de la mer noire » (cfr. Voiage de Levant fait par le commandement du Roy en l'anné 1621 par le Sr. D. C., Parigi, 1624, di fronte a p. 114). Questo è anche il Castelnuovo presso il Mar Nero, menzionato in vari documenti veneziani: ad es. in una lettera diretta dal sultano al doge nel 1575 si parla dei prigionieri che si trovavano « in la torre de Gegni chisar, idest Castelnuovo, chiamato per il vulgo la torre del Mar Negro » (cfr. M. Rosi, Alcuni documenti relativi alla liberazione dei principali prigionieri turchi presi a Lepanto, Roma, 1898, p. 58). Nella lettera del Dei già cit., il luogo d’arresto del bailo Barbarigo e di alcuni mercanti nel 1463 è chiamato il « chastello d’Archula », che dovrebbe essere quello di Karà Kulè. La località ove i veneziani furono detenuti dal 1499 fino al 1501, quando poterono ottenere la liberazione pagando una taglia di 10.000 ducati d’oro, è indicata dal Sanuto come la torre a Castelnuovo alla bocca del Mar Nero. Oltre al Gritti furono allora internati: Leonardo Bembo, Francesco Contarmi, Giacomo Foscari, Bernardo Giustinian, Pietro Giustinian, Alessandro Gritti, Alberto Bavarin, Bernardo Usnagi, Battista Sereni, Francesco Zambelli, Giovanni Tiepolo, Francesco Alvise, Costantino Longo, Carlo di Nicolò, Giovanni di Stefano (Sanuto, III, 15; IV, 243). Nelle Torri Nere fu alcuni anni dopo tenuto a lungo prigioniero un altro italiano, Giovanni Maria Malvezzi, ambasciatore di Ferdinando (Theophilus Urbinus, Turchisches Stàdt-Bùchlein, Norimberga, 1664, p. 365). Un altro rappresentante veneto maltrattato in questo periodo fu Nicolò Giustinian che, mercante a Costantinopoli, fu provvisoriamente incaricato di reggere il bailaggio nel 1512, dopo la partenza di Andrea Foscolo e fino all’arrivo del nuovo bailo. Nonostante il carattere provvisorio dell’incarico, egli rimase in ufficio per quattro anni essendo stato sostituito solo nel 1516 dopo che egli fu vittima dell’ingiusto trattamento narrato dal Sanuto (XXI, 505). Al suo posto fu allora provvisoriamente nominato come vice bailo un altro mercante di Costantinopoli, Pietro Donà, finché non giunse il bailo Leonardo Bembo che era stato eletto fin dal 1513. Il Giustinian non potè tuttavia tornare a Venezia che verso la fine del 1519, e dal 1516 fino all’epoca del rimpatrio 76