NOTE AL CAPITOLO SESTO f1) E. Pesenti, Diplomazia franco-turca e la caduta della Rep. di Venezia, s. 1., 1898, p. 81. (2) Disp. Vendramin 10 dicembre 1796, n. 8, F. 243. (3) I dispacci del Vendramin portano ora, oltre alla data secondo il vecchio stile, anche quella secondo il nuovo stile inaugurato dalla rivoluzione francese, coll’aggiunta: « Anno I della Libertà Italiana ». Essi sono preceduti inoltre dalle parole « Libertà - Eguaglianza » e terminano con le parole « Salute, rispetto e fratellanza ». Con disp. 13 settembre 1797, F. 243, il bailo riferiva di aver speso 60 piastre per acquistare, seguendo l’esempio del rappresentante di Francia, « e nelle stesse misure », una statuetta raffigurante la Libertà, che era stata esposta alla pubblica vista nel palazzo bailaggio, ed altre 40 piastre per acquistare e far incidere un sigillo col nuovo stemma della Libertà. (4) Disp. Vendramin 25 agosto 1797, n. 37, F. 243. (») F. 243. (c) Vari baili avevano accennato nei loro dispacci all’ importanza dell’antico archivio del bailaggio che, secondo un disp. del 1642, conteneva documenti dal 1570. Nel 1593 erano state anche impartite disposizioni per la salvaguardia del carteggio segreto, in caso di incidenti. Allo scoppio della guerra di Candia, grande parte dell’archivio era stata affidata da Giovanni Soranzo, dopo la distruzione delle carte più riservate, alla custodia dell’ambasciata di Francia, ma la restituzione fu fatta solo nel 1680 al bailo Pietro Civran dall’ambasciatore francese De Guilleragues, dopo varie difficoltà sollevate dai predecessori di quest’ultimo. Nella stessa ambasciata furono poste in salvo numerose carte anche allo scoppio della guerra nel 1684. Quando vi era un pericolo d’incendio, l’archivio veniva affrettatamente portato in luogo sicuro, talvolta in magazzini da fuoco vicini al bailaggio come quello dei Padri di Terra Santa e dell’ambasciata di Francia. Nel 1771, come abbiamo già visto, l’archivio fu a cura di G. A. Giustinian riposto in alcune cassette che il bailo Federico Foscari fece rinnovare e riparare nel 1795. I trasporti fatti in occasione di restauri al palazzo o di minacce d’incendi, ed altre cause, producevano frequentemente disordine nelle carte, che vennero tra l’altro riordinate da Bernardo Nicolossi, segretario del bailo G. Querini, nella seconda metà del sec. XVII, dai segretari G. M. e C. Giacomazzi (i quali per tale opera ricevettero dal senato una gratificazione di 350 ducati) all’epoca di A. Garzoni, e dal segretario C. Giacomazzi col coadiutore N. Colombo all’epoca di G. Zulian, ma veniva lamentato ancora del disordine nel 1796. Un inventario dell’archivio, consistente allora « di più di trecento volumi di scritture, mazzi, filze e libri », fu eseguito dal coadiutore Iseppo Imberti, sotto la direzione del padre Martin Imberti, segretario di P. Civran, e completato, dopo la morte di Iseppo Imberti, dal fratello Sebastiano; un altro fu fatto all’epoca di G. A. Giustinian, ed un altro dai suddetti Giacomazzi e Colombo. (Cfr. delib. 21 giugno 1593 e disp. M. Zane 23 luglio stesso anno; B. B., II, 193, 273, 281; disp. A. Alessandri 29 aprile 1642, n. 1, F. 123; all. al disp. G. Cappello 16 settembre 381