dura secondo cui viene attribuito il titolo e carattere di ambasciatore ad un bailo in carica, quando saliva al trono un nuovo sultano, mentre nel passato tale avvenimento dava origine all’invio di una apposita missione. Eguale nomina fu fatta in seguito, per lo stesso motivo, a favore dei baili Antonio ■/ / 1 Dona, Francesco l'oscari, Paolo Renier e Nicolò Fo-scurini. Il bailo nominato I#umbusciutore faceva unu '• visita al sultano, per Hwl" presentazione delle cre- denziali (41), come pure agli $«ì—v. -'Hi 1111 "111 r111■ ■ 11. i i *< ' i i ESZOél •" ¥•, » / ■ • /•• * SB5 ■ ■ 111 < ix 1« > i consueti regali. iraIuiJ*'i I \k-' JS9 ^ r ,» ■r--- ■ ' ,, » i» ' • > »? I- -•li riceveva per 1 occa- W&?cJc,/hntL<%■/,* N^coa.xxv,^ '»■■■ speciale indettar ................ Sw3ti- ——r“-^ nità di 3000 ducati e lo sti- pendio stabilito per gli am- 133 - Orazio Bartolini, segretario del bailo Dolfin (1726-1729), baSCiatOH invece di quello poi cancelliere grande della repubblica. , -, n TT . -, del bailo. Una speciale guardia d’onore, che era alloggiata nel bailaggio, gli era accordata dalla Porta, la quale gli corrispondeva inoltre giornalmente le consuete prestazioni stabilite per gli ambasciatori. L’incarico straordinario durava normalmente alcuni mesi. Anche all’Emo si rivolsero con insistenza i Testa, chiedendogli di acquistare la casa bailaggia per conto della repubblica o di aumentare il canone d’affitto, rimasto inalterato per due secoli mentre erano saliti i prezzi di tutte le case di Pera (v. Appendice, allegato III al doc. n. 5) (42). Il senato decise di accordare al massimo un aumento di 100 reali sui consueti 200, a condizione che i Testa rinunziassero ad avanzare nuove pretese e lasciassero indisturbati i rappresentanti veneti nel possesso della casa i43). Per indurre i proprietari ad assumersi questi impegni, l’Emo offrì ai Testa un aumento di 50 reali, promettendo di farne ad essi ottenere altri 50 274