danti la colonia genovese di Pera, Genova, 1888, già pubbl. negli «Atti della Soc. Lig. di Storia Patria», voi. XIII, 1877-84; G. Bertolotto, Nuova serie di documenti sulle relazioni di Genova coll’impero bizantino, in «Atti della Soc. Lig. di Storia Patria», voi. XXVIII, fase. II, Genova, 1897: tali documenti, che si riferiscono specialmente ai sec. XII e XIII, furono storicamente illustrati da C. Manfroni, Le relazioni fra Genova, l'impero bizantino e i Turchi, in « Atti » della Soc. predetta, voi. XXVIII, fase. Ili, Genova, 1898; F. H. Hasluck, Dr. Covel’s notes on Galata, in « Annual of thè British School at Athens », XI, 1904-5; J. Gottwald, Die Stadlmauern von Galata, in « Bosporus », Mitteilungen des Deutschen Ausflugs-Vereins G. Albert, fase. IV, Costantinopoli, 1907; Gelal Essad, Eski Galata, Stambul, 1329 (1913), (in turco); E. Mamboury, Constantinople. Guide touristique, già cit. ; E. Rossi, Galata ed i geografi turchi, in « Studi Bizantini », ed. per cura dell’istituto per l’Europa Orientale, voi. II, Roma, 1927. Le iscrizioni genovesi che si trovavano sulle mura di Galata sono in gran parte raccolte presso il Museo di Antichità di Stambul e varie di esse sono esposte in una saletta del Museo stesso ; due si trovano tuttora a Galata ; due sono murate sulla facciata di una villa turca presso il villaggio di Cenghelkòi, sulla riva asiatica del Bosforo; alcune sono andate purtroppo perdute. Su di esse, cfr. Belgrano, op. cit., e specialmente E. Rossi, Le lapidi genovesi delle mura di Galata, in «Atti della Soc. Lig. di Storia Patria », voi. LVI, Genova, 1928. V. Promis ha pubblicato gli Statuti della colonia genovese di Pera, in « Miscellanea di Storia Italiana », T. XI, Torino, 1870, statuti che corrispondono in gran parte a quelli in vigore a Genova. L’organizzazione, composizione ed attività della colonia di Pera sono illustrate nel recente studio di G. I. Bratianu, Recherches sur le commerce génois dans la Mer Noire au Xllle siècle, Parigi, 1929, cap. Ili e IV. Una veduta turca di Galata, che rimonta al 1537-1538, è stata pubbl. da A. Gabriel, Les étapes d’une campagne dans les deux Irak d’après un manuscrit ture du XVIC siècle, nella riv. « Syria », 1928. (27) Ciò si rileva dalla relazione del Ramberti, che accompagnò a Costantinopoli in questa occasione Daniele de’ Ludovici, del quale era cugino (p. 117 v. ; cfr. P. Donazzolo, I viaggiatori veneti minori, Roma, 1929, p. 101 seg., «Mem. della R. Soc. Geogr. It. », voi. XVI). (28) Sanuto, IV, 651. (29) Sanuto, XXV, 632. Nel cod. Gradenigo, cl. VII it., n. 169, alla Marciana, vi è un breve cenno della relazione di viaggio di Alvise Mocenigo, scritta nel sec. XVI da E. Oental. Ma un personaggio di quel nome non figura tra i baili in tale secolo ; nè può trattarsi dell’ambasciatore omonimo nel 1517 (come ritiene P. Donazzolo, op. cit., p. 90 segg.), perchè questi si recò prima al Cairo e poi a Costantinopoli, dove non si trattenne tre anni, come è indicato invece in detto cod. Deve perciò essere errato il nome della persona alla quale si riferiva la relazione, che doveva però essere un bailo. (30) Sanuto, XXXII, 104, 255 segg. Anche in questo caso deduciamo che il Minio abitava a Stambul dal fatto che le sue lettere sono « date in Costantinopoli » (cfr. n. 14 del presente cap.). Circa i viveri somministrati all’ambasciatore dal sultano, il Sanuto ricorda, nel 1499, a proposito di Andrea Zancani, che «il Signor li fe le spexe a lui e a la sua fameja, non li dava aspri ma ogni zorno veniva el suo savii dii signor, qual con il suo schalco andava a spender, cossa mai più non fata ad altri oratori, tutti si maravejava » (Sanuto, II, 699 segg.). (31) « el giorno de la festa — racconta il figlio dello Zen -— da poi vespero tutta la nostra nation se reduse qui in Constantinopoli a caxa nostra et honoratissimamente levò de caxa el magnifico nostro ambasador, acompagnato et dal magnifico Alibeì et Grausbeì et altri a la summa de 160 pasò in Pera, che tutto el mondo gli guardava dreto, et andò de longo a la caxa del magnifico missier Alvise Gritti fiol del Serenissimo Principe et lì riposò, dove vene una altra ambasata de li magnifici fiorentini a far intender a sua magnificentia che a meza hora de nocte in circa veniria a levar sua magnificentia » (Sanuto, XXXVI, 118). (32) Sanuto, XLV, 291. (3a) « l’intrata è stata honorata — scrive il Contarini — et fui acompagnato da tutti fino a l’habitation, la qual è nella Judeca apresso questo clarissimo Orator et vice baylo [Zen], qual ha così instato aziò li sia propinquo perchè sempre siamo insieme, et ogni zorno hora da l’uno hora da l’altro insieme convivamo per far etiam le altre operation unite » (Sanuto, XLVIII, 379). (34) Sanuto, XLIII, 150. 70