trovava in prossimità dell’ambasciata di Francia che in quell’epoca, come anche oggi, era situata in immediata vicinanza del palazzo di Venezia, un po’ più in alto sulla collina di Pera. Alle Vigne era alloggiato anche il Tiepolo : ivi risiedeva allora anche il Barbaro il quale, a causa della peste, aveva distribuito in varie case di quella regione il personale del bailaggio (35). Nella sede estiva dei baili sembra abbia abitato l’ambasciatore Jacopo Soranzo nel 1575. Un cronista del viaggio di questa ambasciata, Carlo Ranzo, narra che all’arrivo a Costantinopoli il Soranzo fu incontrato da alcuni turchi che dovevano «accompagnarlo infino al luogo ove erano soliti alloggiare li Ambasciatori Veneti... gionti al Palazzo de Pera — egli prosegue — dove si haveva preparato abbondantissimamente da disnare a tutti quelli che havevano accompagnato Sua Eccellenza, ella entrò in una grandissima sala nella quale essendosi posto le tavole attorno attorno, acciò che maggior numero di persone vi si potesse accomodare, fece disnar seco oltre i doi Ambasciatori Venetiani, quello di Francia, et i due Ragusei, et forsi da cento persone appresso greci et franchi, sotto i portichi sotto le loggie del Palazzo dove si erano apparecchiate molte tavole disnò il Generale con tutti i Chiaussi, et i Gianiceri insieme, di modo che in un medesimo tempo fu dato da mangiare a poco meno di mille persone con copia grande di cibi all’italiana, con bel ordine, et honoratissi-mamente ». Più innanzi il cronista precisa la località dove si trovava il palazzo occupato daH’ambasciatore : « In quel proprio giorno — egli scrive — si attacò il foco in la detta Città di Costantinopoli da mano sinistra verso terra ferma con tanto impeto che pareva che tutta la città abbruggiasse, noi da Pera vedevamo perchè stavamo sopra una collina alle vigne di Pera appresso dove habitava l’illustrissimo Ambasciatore di Francia » (36). Un altro cronista, che ci ha lasciato una minuta descrizione del viaggio di questa missione, precisa a sua volta: « .... entrammo in Pera, ove, smontati tutti alla vigna di Matteca [Saivago] dragomano, che ha da essere nostra abitazione, era preparato un bellissimo banchetto, al quale mangiarono più di 400 persone » (37), indicazione che è confermata da un dispaccio datato dalle Vigne e firmato dal Soranzo, dal bailo uscente Antonio Tiepolo e dal nuovo bailo Giovanni Correr che aveva compiuto il viaggio assieme all’ambasciatore (38J. Il fatto che la casa abitata dal Soranzo si trovava alle Vigne presso l’ambasciata di Francia, che essa serviva ad ospitare di solito gli ambasciatori veneti e che apparteneva al dragomanno del bailaggio Matteca Saivago (figlio di Gianesino), alla famiglia e forse allo stesso padre del quale è da ritenersi che fin daH’origine abbia appartenuto il palazzo di Venezia, ci fa supporre che il Soranzo abbia soggiornato nella casa estiva dei baili (39). Nel palazzo di Venezia fu certamente accolto lo stesso Soranzo in occasione dell’altra sua missione straordinaria avvenuta nel 1582 : « giunti — si 93