contrada di Pera detta le Quattro Strade per mettà in circa un’aperta e rasa campagna. Il Convento di Terra Santa soffrì molto danno, ma si preservò, e a gran stento con molto pericolo e spasimo si è potuto preservare il Palazzo di Vostra Serenità, confinante e con il Convento di Terra Santa e con il Palazzo di Russia abbruggiato, e le difficoltà e i timori crebbero etiamdio per la necessità di dar in tutta la notte con le porte aperte passaggio a turchi, impedito dall’incendio sule Quattro Strade, tanto più che si suppone, a buona ragione, messo il foco dagli incendiari. Per sì fatte tristissime combinazioni mi è stata forza di chiedere una compagnia di Giannizzeri e un’altra di Bal-tazi, e fare entrare i marinari de’ veneti bastimenti, pronti con le manare a recidere le parti di questo Palazzo confinanti con quello di Russia, provedermi di due trombe, e far tutte trasportare le più importanti cose e principalmente le carte in questo giardino, difese da stuore bagnate e custodite da guardie fedeli, da miei stessi domestici, colla sopraintendenza e veramente benemerita vigilanza del giovine di lingua Antonio Callegari, la quale io non posso laudare abbastanza rispetto etiamdio ad ogni altra occorrenza di quella notte, e nel trattare e convenire con turchi e nel tenere in freno il transito di tanta gente onde non arrivassero ruberie, nè mali maggiori. Il sig. Ambasciatore di Francia, sguarnito il suo Palazzo, che fu pure in gravissimo pericolo per una casa contigua al suo portone che ardeva e rimase incenerita, lo abbandonò ritirandosi in Galata, con la commissione a marinari e domestici suoi di possibilmente difenderlo, e lasciarlo poscia al destino. Ma il foco da questa parte si fermò alla chiesa di S. Antonio e da quella della mia temuta invasione, abbruggiati i Palazzi di Russia e di Napoli, soffocato dalle istesse ruine, doppo sei ore si estinse » C54). Ma nella corrispondenza dei baili non si trova solo, oltre alla trattazione delle materie politiche o amministrative, la narrazione di pericoli corsi 143 — Pianta di Galata e Pera nel 1761, con l’indicazione delle sedi diplomatiche: n. 71, palazzo di Danimarca; n. 72, palazzo di Svezia; n. 73, palazzo d’Inghilterra; n. 74, palazzo di Prussia; n. 75. palazzi di Napoli, Russia, Olanda, Venezia, Francia; n. 76, Galata Seray; n. 77» serbatoi di acqua (taxim); n. 78, Kucyuk e Buyuk Kulè Rapii. 289