di conoscere le direttive della loro politica : servizio questo che, come ci provano i documenti, fu brillantemente compiuto dai baili, pur tra pericoli e difficoltà grandissime, tanto che il sultano manifestò in varie occasioni il desiderio che il bailo non fosse scelto tra i grandi signori di Venezia e non si interessasse di questioni politiche ma si limitasse ad occuparsi degli affari dei mercanti veneziani (u). Proseguendo neH’indagine che ci interessa, cerchiamo di conoscere ove abitarono i baili e gli ambasciatori veneti nel periodo dal 1454 al 1540: ci darà preziose notizie a questo proposito il Sanuto nei suoi Diarii monumentali, che ci offrono un quadro così pittoresco e prezioso della vita non solo di Venezia ma si può dire di tutta l’Europa negli ultimi anni del sec. XV e sul principio del sec. XVI. L’ambasciatore Andrea Zancani (o Zantani), giunto a Costantinopoli nel febbraio 1499 per tentare di mantenere la pace tra Venezia ed il Turco, alloggiò in Pera: smontato dalla galera, egli venne accompagnato al suo alloggio non però, come ricorda il Sanuto, nella casa del bailo che il sultano aveva donato ad altri, ma in quella ove avevano dimorato Antonio Ferro (i486) e Giovanni Dario (1487) (12). L’ambasciatore Andrea Gritti nel 1503 fu alloggiato invece nella casa stessa ove avevano l’abitudine di risiedere i baili, casa che il sultano aveva donato durante la guerra al governatore di Gallipoli: questa casa si trovava in Pera, come risulta dal contesto della relazione del Caroldo, che era al seguito del Gritti (13). Numerosi baili successivi datano le loro lettere da Pera (14), prova che essi colà risiedevano: così Andrea Foscolo (1508-1512) (15), Nicolò Giusti-nian (1512-1516) (16), Leonardo Bembo (1516-1519), a proposito del quale il Sanuto ricorda che nel 1516 « la peste li vene in caxa dove l’habitava in Pera » (17); Tommaso Contarmi (1519-1522), che all’arrivo smontò in Pera e ricevette colà la consegna del bailaggio (18); Andrea Priuli (1522-1523), che smontò e fu ricevuto anch’egli in Pera ove morì di peste nel 1523 (19); Pietro Bragadino (1524-1526), che scrive da Pera e nel novembre 1525 narra che egli era rimasto solo colà, fra tutti i veneziani, perchè i mercanti erano fuggiti alle Vigne (20) a causa della peste ; così infine l’ambasciatore e vice bailo Pietro Zen, che scrive da quella regione nel 1532 e che nel 1533 diresse la difesa di Pera in occasione di una rivolta dei giannizzeri (21). Possiamo pertanto concludere che i baili veneti risiedevano in quest’epoca normalmente a Pera e che vari di essi soggiornarono nella seconda metà del sec. XV nella stessa casa, che ci è menzionata dallo Zancani e fu poi occupata da Andrea Gritti. Il Sanuto ci parla sempre di Pera, ma è noto che con tale denominazione intendevasi designare allora l’attuale regione di Galata. Questa è posta 38