168 - Il palazzo di Venezia nel 1797, secondo il Castf.i.t.an. beaucoup de meubles et effets à moitié brûlés, qu’on trasporta au cidevant palais de Venise, qui me sert actuellement de demeure ; mais où je dois commencer par de grandes réparations de 1’ édifice et par un ameublement tout à fait nouveau » (16) ; circa un anno prima, nel febbraio 1798, era stato occupato dal rappresentante imperiale anche il palazzo di Venezia in Roma che subì, dopo la caduta della repubblica, vicissitudini analoghe a quelle del palazzo di Costantinopoli (17). Poche settimane dopo, l’internunzio informava il suo governo che la Porta aveva fatto sgomberare il palazzo di Francia dai prigionieri francesi che vi erano internati, ed aveva incaricato un architetto di farvi le riparazioni necessarie per accogliervi l’ambasciatore straordinario inglese, atteso poco dopo a Costantinopoli, che fu Lord Elgin, il quale giunse colà nel novembre 1799 e fu alloggiato appunto nell’ambasciata di Francia (18). Per quanto concerne le condizioni dell’edificio già veneziano, va ricordato che il bailo Vendramin aveva chiesto tra l’altro a Venezia nell’ottobre 1797: «Quali disposizioni dovrò fare onde custodire il publico palazzo, ed impedire il suo deterioramento nello stato di disordine in cui si trova per la debolezza della sua costruzione ? Cosa stabilire perchè non rovinino affatto le di lui già periclitanti adiacenze ? » (19). Nonostante il grande restauro eseguito circa quindici anni prima dal Memmo e dal Garzoni, l’edificio richiedeva perciò fin d’allora nuove cure: tuttavia esso si ergeva sempre maestoso tra le altre costruzioni di Pera, come appare da un disegno (fig. 168) eseguito 359